Ginevra, 13.12.21: appello di solidarietà davanti al tribunale di polizia.

Fonte: renverse.co

Appello di solidarietà davanti al tribunale di polizia lunedì 13 dicembre alle 10:30 a Ginevra.

Ginevra, 9 dicembre. La sera del 26 giugno 2020, Matthias e Madeleine (nomi fittizi) sono stat* inseguit* da due furgoni della polizia mentre giravano in bicicletta a Ginevra. All’inizio della giornata aveva avuto luogo una Critical Mass che è stata particolarmente controllata e repressa, con una mobilitazione di massa della polizia in auto, furgoni e moto in tutta la città.


Vedendo e sentendo improvvisamente due furgoni che li inseguivano lungo la strada, Matthias e Madeleine hanno continuato a guidare, sentendosi in pericolo. Avendo sperimentato la violenza della polizia in passato, la paura e il senso di terrore erano ancora più presenti. Un poliziotto cerca di afferrare Madeleine in movimento attraverso la porta laterale di uno dei furgoni, gesto che chiaramente la mette in pericolo. Pres* dal panico, il loro riflesso è stato quello di continuare a guidare, per un senso di sopravvivenza. Alla fine, Matthias e Madeleine hanno deciso di fermarsi e sono stat* post* in stato di fermo.

Diversi agenti di polizia hanno agito in modo violento, sessista e razzista durante il fermo: Matthias (una persona non bianca) ha subito la violenza della polizia durante il fermo, contro la quale ha presentato una denuncia. “George Floyd, George Floyd, farete quello che hanno fatto a George Floyd? La polizia uccide!” Questo è ciò che ha gridato Matthias, terrorizzato da un poliziotto che ha ripetuto, manganello alla mano, che rischiava di “prenderne molte”, circondato da altri colleghi.

Quando scende dalla sua bici (per fermarsi) viene spinto violentemente dallo stesso poliziotto che lo minaccia con il suo manganello vicino al viso, il tutto mescolato a prese in giro e una buona dose di virilismo. Durante l’arresto di Madeleine, il capo della brigata di polizia che l’ha arrestata le ha parlato in modo irrispettoso e paternalistico e le ha persino detto che meritava di essere colpita in faccia.

Madeleine e Matthias non sono le uniche persone ad essere state vittime di un’ondata di violenza della polizia e della repressione statale di vari movimenti, sia nel contesto di una manifestazione che non. Lo stesso giorno, almeno una dozzina di persone, forse anche di più, sono prese di mira dalla repressione statale per aver preso parte alla Critical Mass del 26 giugno 2020 e in altre date a Ginevra. Questo è quindi tutt’altro che un evento isolato e possiamo osservare una crescente e sproporzionata presenza e attività della polizia in città negli ultimi anni, sia nel contesto di manifestazioni politiche che non.

Madeleine è stata condannata a 30 giorni di prigione a 30CHF al giorno (che è la pena massima per il reato di cui è accusata) e una multa di 900CHF oltre a centinaia di franchi di spese legali. È stata accusata di aver violato le regole del traffico mentre era inseguita dalla polizia e di “impedire l’esecuzione di un atto ufficiale” (Art. 286^1 StGB), un reato di cui l* attivist* della disobbedienza civile (e apparentemente le persone che semplicemente vanno in bicicletta) sono spesso accusat* perché è molto vago e lo Stato ama distribuirlo in tutti i modi.

Matthias è stato condannato a una multa di 80 giorni a 30CHF al giorno, la sua pena sospesa legata ad altre condanne è stata revocata (azioni politiche di disobbedienza civile) più una multa di 1’370 CHF. È stato inoltre accusato di impedire il compimento di un atto d’ufficio (art. 286 cpv. 1cp), violazione delle norme sulla circolazione stradale (art. 90 cpv. ALCR) e disturbo della quiete pubblica (art. 11D LPG).

Matthias e Madeleine saranno giudicat* il 13 dicembre 2021 alle 10:30 al tribunale di polizia di Ginevra, e vogliono rendere il più visibile possibile questa violenza e repressione totalmente incomprensibile. La polizia presente nelle strade stava chiaramente cercando di arrestare persone in bicicletta a caso mentre la Critical Mass era già finita.

C’è soprattutto la violenza sessista e razzista della polizia che vogliono evidenziare. Anche se il motto della Federazione svizzera dei funzionari di polizia è “avanti tutti insieme” (tutti, ma chi?), mettiamo i puntini sulle i e ricordiamoci che la polizia è un’istituzione statale il cui scopo è quello di mantenere lo status quo e il potere gerarchico che vige nel nostro sistema politico e socio-economico. È quindi per definizione un’istituzione capitalista e patriarcale che perpetua le disuguaglianze di genere e “razziali”, tra le altre, in una società globalizzata e in un sistema segnato da una storia coloniale e sessista che è ancora parte dello status quo attuale.

Ebbene sì, questo riguarda anche la Svizzera: quante donne sono state molestate dalla polizia? Quante mogli di poliziotti sono soggette a violenza domestica? Gli studi hanno dimostrato che il tasso di violenza domestica in una coppia in cui l’uomo è un agente di polizia è più alto della media delle altre professioni. Madeleine stessa ha sperimentato il sessismo da parte di agenti di polizia in passato. Quello che è successo a Madeleine e Matthias e quello che alcune persone hanno vissuto in relazione alla loro partecipazione alla Critical Mass non è niente in confronto alle esperienze di altre persone che sono spesso prese di mira dalla polizia.

Le umiliazioni e le persecuzioni delle persone razzializzate, le stesse persone che non possono uscire senza incappare in un controllo d’identità perché apparentemente sembravano “troppo sospette” o le stesse persone che vengono assassinate dalla polizia, sono innumerevoli. Una situazione che non dovrebbe sorprendere quando si è “coinvolti in affari sporchi”, come ha detto il poliziotto che ha minacciato Matthias con il suo manganello durante il suo fermo.

In Svizzera, la polizia si è sentita legittimata di uccidere Lamine Fatty il 24 ottobre 2017, ad assassinare Mike Ben Peter il 28 febbraio 2018 ed è sicuramente per questa stessa ragione che Nzoy è stato colpito il 30 agosto 2021 alla stazione di Morges.

Nessuno intraprende un inseguimento con la polizia per “pura negligenza nei confronti delle regole stabilite dalla legge federale sulla circolazione stradale”, come è accusata Madeleine nella sua condanna. È tempo di mettere in evidenza l’oppressione della polizia sulla popolazione e in particolare sui gruppi oppressi come le donne e le persone non bianche, e di porre fine alla repressione ingiustificata dei movimenti sociali che cercano di trasmettere i messaggi urgenti di ecologia, antispecismo, femminismo e antirazzismo.

Puoi sostenere Madeleine e Matthias e tutte le persone che soffrono a causa della repressione statale, in particolare durante le manifestazioni, davanti al tribunale di polizia di Ginevra il 13 dicembre, o sui social network condividendo questo comunicato.

Fonte: https://renverse.co/infos-locales/article/appel-a-soutien-devant-le-tribunal-de-police-lundi-13-decembre-a-10-30-3352