Ma dove sta andando il Comitato Internazinale della Croce Rossa?

Fonte: Vocelibertaria N.44 leggi

di Gianpiero Bottinelli

Qui non affronto la grave questione dei centri per i richiedenti d’asilo gestiti dalla Croce Rossa, di cui numerose persone (in particolare gli attivisti del collettivo R-Esistiamo) hanno sollevato e stanno sollevando con varie manifestazioni/presi-di/occupazioni, mettendo in discussione anche la politica di frontiera dei vari governi sulla nuova immigrazione.

Invece voglio informare delle scelte del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), ed in particolare dell’operato del suo Presidente, del suo Comitato e della sua Assemblea. Notizie che per il momento sono state occultate dai mass media. Eccone una:“Un gran numero dei 1000 membri del Word Economic Forum (WEF) rappresentano forze economiche considerate, a torto o a ragione, come responsabili direttamente o indirettamente delle sofferenze delle vittime dei conflitti che il CICR ha per mandato di proteggere. Non posso immaginare che vi sia una completa conoscenza di causa che i membri dell’Assemblea abbiano accettato che il loro presidente sia nel Consiglio di fondazione di una organizzazione che include tra i suoi membri le principali industrie d’armi del pianeta […] Un presidente del CICR è quin-di [attivo] membro del WEF insieme a tutte le industrie di armamenti, per es. con Tesxtron Defense Systems produttore di bombe a fram-mentazione CBU-105 e BLU-108, proibite dalla convenzione di Dublino […] attualmente utilizzate dall’Arabia Saudita in Yemen”.

È uno dei tanti e sostenuti rimproveri di Thierry Germond del 2015 – per 35 anni delegato della CICR – che ha raccolto in un considerevole dos-sier sull’evoluzione del CICR con l’avvento dal 2012 del suo nuovo presidente Peter Maurer. Germond infatti mette sotto accusa questo presi-dente che ha messo in causa l’importante neutra-lità del CICR. Perché? Proprio per le sue funzioni, incon-ciliabili in quanto presidente del CICR e in contemporanea membro dal 2014 del Consiglio di fondazione del WEF, tra l’altro inserendo nel nuovo comitato CICR e nella sua assemblea soprattutto personaggi legati all’economia e alla finanza.Effettivamente il CICR infatti ha avuto da qualche anno profondi contatti con il settore privato, con partenariati privilegiati conclusi con diversi attori dell’economia privata come LafargueHoldim o di recente con i media come l’agenzia cinese Xinhua. Mentre… il CICR non ha per niente accesso ai prigionieri politici detenuti in Cina, e Maurer appare in una manifestazione ufficiale in questo paese battendo le mani per la famosa “strada delle seta”. Con quale ruolo? Del CICR o forse del governo elvetico o del WEF?La Svizzera finanzia annualmente con 150 milioni questa istituzione, la quale incassa ben 2 miliardi in totale: chi è l’organo di sorveglian-za indipendente che oltre a vegliare la giusta gestione finanziaria assicuri ugualmente il rispetto del suo mandato?

Tante domande. Poche risposte. Per fortuna, Germond a poco a poco non è più rimasto solo. Nel dicembre 2016 venticinque ex delegati assai preoccupati, scrivono al CICR che questi dovrebbe rimanere neutro secondo i suoi statuti, e quindi il presidente dovrebbe abban-donare il Consiglio di fondazione del WEF. Ma tutto rimane all’“interno”: cioè dal detto mafioso “i panni sporchi si lavano in casa”. Questi 25 ribelli saranno poi tacciati da “nostalgici”.Nel giugno 2018 un giornalista del quotidiano ginevrino Le Temps cerca dirilanciare la palla, segnalando “I legami pericolosi del CICR”. Ma non sorgono reazioni né dai massmedia né dai politici di ogni sorta, nonostante che Germond abbia trasmesso nel frattempo la sua mole di documentazione a Consiglieri federali, a Consiglieri nazionali e agli Stati, a diverse “per-sonalità”. E le rare risposte a lui pervenute – che non entrano per niente in materia – forse sareb-bero proprio da pubblicare per dimostrare come i politici dalla sinistra alla destra non vogliano metterci il naso.Come mai? Il CICR è tabù, non si può toccare? Ne va della reputazione elvetica? Il CICR mano-vrato dal Governo elvetico? Mette in discussione Ginevra in quanto sede di un organismo interna-zionale? Quali interessi economici in gioco?E anche la sinistra: perché fa orecchio da mercan-te? Forse perché Maurer è membro “qualificato” del Partito socialista? Chissà…Tuttavia, qualcosa si sta muovendo. Dick Marty nella sua recente e interessante pubblicazione Une certaine idée de la justice (Favre settembre 2018) solleva non solo delle perplessità: “Il CICR si è occupato di Guantanamo?”Come?Poi:“Mi spiace personalmente che il presidente del CICR […] abbia accettato di far parte del Consiglio d’amministrazione del Forum di Davos […]”. In seguito si sofferma su: “di alcuni partenaria-ti conclusi dal CICR con le multinazionali. Si è veramente consapevoli dei rischi che questo implica per la stessa istituzione ma ugualmente anche per i delegati sul terreno? Pensare che queste società hanno come priorità assoluta i diritti dell’uomo è semplicemente far prova asso-luta di “angelismo”. È sufficiente pensare al grande imbarazzo dell’affare Lafargue-Holdim che, per difendere i suoi interessi economici, non ha esitato a finanziarie l’organizzazione dello Stato islamico. Come pretendere che i Cubani abbiano fiducia nel CICR quando il suo partner strategico, Le Crédit Suisse, rifiuta di eseguire pagamenti all’interno della Svizzera se contengo no la parola Cuba, non tanto per ragioni legali, ma semplicemente per compiacere agli USA? Il CICR […] deve conservare a qualsiasi costo la sua indipendenza, assicurare la sua credibilità […]”.Poco dopo sarà la volta de Le Monde del 2-3 dicembre 2018:il giornalista Rémy Ourdanha avuto il coraggio di dare grande spazio (2 pagi-ne!) nel tentativo di rompere il muro del silenzio – riprendendo una parte della documentazione di Germond: l’articolo in questione ha il tito-lo esplicito: “Crise éthique à la Croix-Rouge Internationale”.Quindi non sarà quindi casuale che Cédric Wermuth del Gruppo socialista al Parlamento, proprio in data 3 dicembre, chieda su questa dop-pia appartenenza del presidente del CICR Peter Maurer, il Consiglio federale (governo) dovrebbe verificare la compatibilità… La risposta arriva velocemente, il 10 dicembre: per il Consiglio federale, poiché il CICR per trovare nuove fonti di finanziamento prevede esplicitamente una coo-perazione con l’economia privata per realizzare i suoi obiettivi: quindi tutto è conforme all’agen-da 2030, così come il messaggio riguardante la cooperazione internazionale 2017-2020 include il mandato di rafforzare la cooperazione con il settore privato; rimane quindi dell’opinione che la neutralità del CICR non è messa in discussione.Tuttavia Germond questo simpatico Donchisciotte non demorde e senza peli sulla lingua continua – giustamente – a informare e chiedere le dimissio-ni dell’assemblea del CICR.

14 dicembre 2018