Contro sessismo, violenza e patriarcato: auto-organizziamoci!

Riceviamo e diffondiamo:

Contributo del collettivo ZIE per la giornata dell’8 marzo, il testo è stato volantinato alla manifestazione contro la violenza e contro la guerra delle donne organizzata dal collettivo “Io l’8 ogni  giorno” a Bellinzona.

Quiet Rumours An Anarcha-Feminist Reader, New Edition

I dati sui femminicidi o i casi di violenza sulle donne non sono inquietanti quanto il fatto di dover ancora dedicare una giornata internazionale al tema perché se ne parli.

È inquietante vivere in un sistema che subdolamente attribuisce agli stranieri la responsabilità degli atti di violenza sulle donne.
 Non possiamo, pensando alla violenza protratta sulle donne, tollerare atteggiamenti fascisti e xenofobi – né la loro banalizzazione – poiché
rappresentano e veicolano una legittimazione della supremazia di un genere, di una nazione, di un essere sull’altro.

Nei processi migratori, come in guerra, molto spesso le donne subiscono, insieme a tutti i soprusi di cui sono vittime le persone in questa condizione, anche violenze sessuali o la costrizione alla prostituzione.

Anche in Ticino le donne subiscono violenze nei centri per richiedenti l’asilo: minacce, pressioni, incertezza, violenze e deportazioni sono all’ordine del giorno.

Non ci sentiamo protette da chi, facendo parte di questo sistema, si rende complice, o da chi sguinzaglia una polizia violenta a difesa di questo stato di cose, come nell’assurdo e spropositato dispiegamento di
forze per una manifestazione come quella dell’8 marzo dello scorso anno, in cui a una parte di popolazione, organizzata in un corteo autodeterminato e ribelle, è stato impedito di attraversare le strade di Lugano per esprimere il proprio dissenso a patriarcato, razzismo e
islamofobia.

Proprio in quell’occasione molte donne sono state toccate, spintonate, picchiate, insultate da agenti di polizia maschi.

Non abbiamo bisogno di loro, non deleghiamo la nostra difesa, rifiutiamo la posizione di vittime indifese e crediamo nella possibilità di autodifenderci, di cambiare dal basso autoorganizzandoci e basandoci
sull’autocoscientizzazione e la responsabilizzazione individuale, attraverso forti reti di solidarietà.

Usiamo anche la rabbia – sentimento sistematicamente concesso all’uomo, spesso legittimato del potere di opprimere una donna – per combattere sessismo, razzismo, omofobia, transfobia, capitalismo e patriarcato.

ZOCCOLX INSORGENTI ESPLOSIVX