Comunicato: Covid-19 in Svizzera – Fino a qui tutto bene

Riceviamo e diffondiamo / Autore: Alcuni/e antiautoritari/e

Alcune parole sul presidio avvenuto venerdi 30 ottobre in Piazza Molino Nuovo a Lugano

Covid-19 in Svizzera – Fino a qui tutto bene

«Le società moderne si fondano sulle emergenze, se prima la normalità era il problema, ciò che si prospetta lo sarà di più»

Qui come altrove la gestione della pandemia è nella sua essenza il potenziamento di un sistema classista e borghese improntato sul controllo, l’alienazione e lo sfruttamento. Un sistema in affanno che attraverso le attuali decisioni politiche emergenziali ambisce a ristrutturarsi, generando forti ripercussioni sul contesto sociale, politico ed ambientale in cui (soprav)viviamo.

Vogliamo subito porre l’accento su ciò che ci ostacola: lo Stato, il sistema economico, i padroni e coloro che si presentano nelle vesti di esperti. Ovvero tutti coloro che predicano l’assoluta verità e pretendono di gestire la nostra esistenza, mantenendo e rafforzando il concetto capitalista di divisione tra vite di categoria A e altre di serie B. Stringendo ancor più nella morsa i dannati della terra.

Da una parte la produzione non si può fermare, le fabbriche e i posti di lavoro affollati continuano ad essere intoccabili e nel mentre si implementa il cosiddetto “smart working” e lo “smart studing”, forme di lavoro ancora più alienanti, confinanti e classiste. Dall’altra la socialità e l’aggregazione vengono completamente smantellate, criminalizzate e represse. Chi crea spazi d’incontro è automaticamente definito irresponsabile e nemico della salute nazionale. Nel mentre è in corso la creazione del produttore/consumatore perfetto che in rete genera e spende i propri soldi.

Il manifestarsi del virus e dell’emergenza sanitaria sono conseguenza diretta e intrinseca del sistema capitalista, estrattivista, produttivista, di consumo e di colonizzazione dell’ecosistema, dei territori e delle popolazioni.

La nostra sfida non è quella di tornare a quella “normalità” che tutto questo ha creato, ma di decostruirla e di distruggerla per creare e sperimentare forme di vita e di collettività altre.

Come gruppo antiautoritario sceso in piazza Molino Nuovo venerdì 30 ottobre, ci teniamo a sottolineare che l’azione proposta non è stata lanciata dal centro sociale il Molino.

Prendiamo dunque posizione, a difesa dello spazio, il quale ha subito negli ultimi giorni un superficiale e scontato accanimento mediatico, omettendo invece il perché si fosse in piazza a manifestare. Sembra ancora una volta la motivazione perfetta per mettere il centro sociale sotto una cattiva luce. Forse perché quest’ultimo rimane l’unico spazio fisico di aggregazione nel quale, idee e persone s’incontrano con la possibilità di organizzarsi!?!?

Come spesso accade è più facile puntare il dito contro una realtà come questa piuttosto che riconoscere il bisogno di diversi individui di creare momenti di rottura e conflittualità. D’altronde in questo cantone è abitudine ricondurre ogni momento di questo tipo all’unica realtà autogestita presente sul territorio in modo da creare l’espediente su cui media (liberi?) e leoni da tastiera possano poi sbizzarrirsi e accanirsi. Siamo invece ben consapevoli che politica e informazione di regime sono da sempre fomentatori di odio ed esclusione con il solito linguaggio populista e razzista che in questa occasione accomuna le linee editoriali del domenicale e del quotidiano rosso sbiadito, che si dice libero e indipendente, in una melma disinformativa e putrefatta che sa di moschetto e olio di ricino.

Continueremo a vivere le strade e a cercare di creare nuovi momenti di incontro e confronto.

AUTODETERMINIAMO LE NOSTRE VITE,

L’UNICA SICUREZZA È LA LIBERTÀ!

Alcuni/e antiautoritari/e