Losanna: resoconto della manifestazione per Nzoy.

Fonte: renverse.co

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2 aprile 2022. Oggi a Losanna, quasi 2.000 persone hanno risposto all’appello per una manifestazione lanciato da una dozzina di gruppi della Svizzera francese e da persone vicine a Nzoy. L’appello è stato diffuso a livello nazionale e diversi collettivi hanno organizzato trasferte dal Ticino, Ginevra, Basilea e Zurigo (città natale di Nzoy). Oggi, a Losanna, la strada ha chiesto giustizia per Nzoy e per tutte le vittime dei crimini della polizia nelle tre lingue nazionali.

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La manifestazione è stata scandita da slogan e discorsi di diverse organizzazioni e collettivi. Alla stazione, punto di partenza della manifestazione, il primo discorso ha denunciato la prossima creazione di un nuovo “centro di sicurezza” all’interno della stazione ferroviaria di Losanna. 3000m2 saranno messi a disposizione della polizia cantonale e del servizio doganale, per installare celle di detenzione e sale d’udienza, tutto questo lontano dagli sguardi indiscreti.

Il corteo si è poi fermato davanti al tribunale di Montbenon, per fare pressione sulle autorità giudiziarie. Infatti, al momento non c’è ancora nessuna certezza che la famiglia di Nzoy avrà diritto ad un processo. Questo caso illustra ancora una volta la compromissione della polizia e del Ministero pubblico, il cui fascicolo di indagine è ancora quasi vuoto. Il collettivo Outrage ha ricordato nel suo intervento che negli ultimi anni a Losanna la polizia ha ucciso nella più completa impunità, sotto la protezione dei tribunali che a volte hanno persino risarcito gli assassini.

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“Polizia razzista, giustizia complice”

Il corteo è poi sceso di nuovo in Place de l’Europe dove una persona ha letto una lettera scritta a Nzoy da sua sorella. In questa lettera, ha raccontato le conseguenze della morte di suo fratello, così come il lutto ed il sentimento di rivolta che prova da allora. Il collettivo Sans Papiers Basel ha poi preso la parola, seguito da un membro del collettivo Jean Dutoit. Entrambi hanno sottolineato la violenza dello Stato contro le persone in esilio in Svizzera.

Penultima tappa della manifestazione: dopo aver risalito la rue Centrale, gli striscioni hanno circondato la stazione di polizia, sotto l’occhio di una quarantina di poliziotti antisommossa che seguivano la manifestazione con un idrante e che riprendevano dall’alto. La folla ha cantato “Tout le monde déteste la police” con abbastanza forza da essere sentita dall’altro lato delle mura della stazione di polizia.

Ultima tappa prima della fine, il corteo si è fermato nella piazza del tunnel dove il collettivo Sud Global, il collettivo Faites des vagues e SolidaritéS hanno preso la parola. I primi due hanno parlato della nostra responsabilità politica di mobilitarci da qui contro il razzismo e le politiche imperialiste internazionali perseguite dalla Svizzera.

La fine del percorso non è stata tranquilla perché la manifestazione si è trovata di fronte allo stand di “Cristiani per Israele”, un’organizzazione sionista evangelica. Lo stand è stato rapidamente svuotato delle sue bandiere e cartelli sotto i canti dei manifestanti: “siamo tuttx figlix di Gaza”.

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E dopo?

La manifestazione del 2 aprile 2002 è stata bella ma nulla è vinto e dovremo mobilitarci di nuovo per fare pressione sul tribunale che sta indagando sul caso e su tutti coloro che sono complici della violenza della polizia. Prepariamoci!

Possiamo già annunciare che il 30 agosto 2022 – un anno dopo l’assassinio di Nzoy – è prevista una mobilitazione a Zurigo.

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PS: La famiglia di Nzoy è ancora alla ricerca di testimonianze scritte o video riguardanti quello che è successo alla stazione di Morges il giorno in cui Nzoy è stato ucciso. Possono essere inviati a: 30.08.morges@gmail.com

 

Fonte: https://renverse.co/infos-locales/article/retour-de-la-manif-pour-nzoy-3485