Il razzismo destrogira la Svizzera come il nazismo ha distrutto l’Europa…

Riceviamo e pubblichiamo

I partiti razzisti in particolare stanno vivendo un periodo di totalitarismo simile a quello attualmente in corso nei paesi del terzo mondo…
Lo stato di negazione domina ancora l’atmosfera di pacifica convivenza in Ticino, e dietro a ciò stanno i partiti razzisti, che frammentano la realtà sociale e politica che hanno prodotto e la spingono alla ribalta. Un’anomalia che dovrebbe restare estranea alla moderna società democratica, che presto la supererà tornando una terra di diversità etnica e culturale, non un luogo di odio e discorsi razzisti come vuole la cricca borradoriana. La democrazia e i diritti umani sono saldamente radicati in Ticino e non sarà facile scavalcare tutto questo patrimonio di cui l’umanità è orgogliosa, che è la realizzazione di valori come la convivenza e l’accettazione dell’altro.


Il punto di vista dei partiti razzisti ticinesi è un ritorno alla logica del Medioevo e del sistema binario (noi e loro) o del gruppo dei “buoni” che combatte contro gruppi di persone malvagie, come si ripeteva secoli fa nella propaganda delle guerre.
È anche dimostrato che la Terra è ancora gravida di cambiamenti, che possono essere radicali al punto da minacciare la sopravvivenza delle forze razziali più forti nel mondo di oggi e la loro posizione attuale: è sufficiente ricordare qui alcuni dei cambiamenti di cui il mondo è stato testimone e che pensiamo abbiano un grande effetto nell’accelerare l’eliminazione dell’ondata di destra nei paesi occidentali.
Abbiamo il primo fenomeno Donald Trump, che “merita” lunghe pause e contemplazione. L’uomo ha stupito il mondo due volte, una volta vincendo la presidenza del più grande paese del mondo, e un’altra per la sua pesante sconfitta contro il suo avversario democratico, Joe Biden.
In Europa abbiamo l’istituzione dell’Unione europea, che ha vissuto un periodo di gloria e crescita sin dal suo inizio, ma oggi appare traballante e debole. Fino a che  alcuni leader politici europei sono arrivati ​​a metterla in discussione e ridicolizzarla, e hanno portato un paese importante come la Gran Bretagna a lasciare completamente l’Unione. L’Unione europea rifiuta apertamente la retorica razzista, ma in realtà si comporta in maniera totalmente diversa, soprattutto per quanto riguarda l’esperienza di apertura e trasparenza con i suoi cittadini in patria, per non parlare della questione dell’accettazione di immigrati o espatriati.

L’ingresso di paesi di ultraconservatori, che ha coinciso con l’emergere dell’estremismo di destra in paesi come Francia, Italia, Austria e Svizzera ha ora contribuito alla formazione di una rete di ostacolo ai progetti di sviluppo europei che volevano andare verso una maggiore apertura e una reale partecipazione alla legislazione: oggi le si è declinate per tentare l’ambizione di preservare questa unione in qualsiasi forma.
Per molte delle leadership estremiste che hanno iniziato a prendere posizioni avanzate nell’arena politica europea, la battaglia è già iniziata per impedire l’arrivo di nuovi rifugiati, qualunque siano le loro circostanze o giustificazioni; ma la preoccupazione per parte dei partiti razzisti è che questa volta le tendenze si dirigono invece verso la democrazia.

L’Unione Sovietica non era altro che un amaro incubo per i partiti razzisti in Europa, e sebbene avessero già perso molto del loro potere prima della loro caduta ufficiale, i concorrenti occidentali non tirarono un sospiro di sollievo fino all’abolizione del sistema socialista.

A livello economico in Europa in generale, e in Ticino in particolare, le scuole neoliberiste prodotte dal capitalismo non sono fallite e il ciclo di usura a livello nazionale e globale ha portato a un aumento del debito, della disoccupazione e dei tassi di povertà.
Ma i politici occidentali, invece di discutere della radice del problema, cavalcano tutto ciò, accusando, per tornare a noi, i Molinari di provocare crisi finanziarie e di minacciare il progresso… come se la gente in Ticino prima vivesse nella beatitudine.
Oggi, insieme alle misure per frenare la diffusione dell’idea di autogestione ed eliminare i molinari, sostenendo che sono diventati una minaccia per il quieto vivere dei partiti razzisti in Ticino, anche alcuni paesi europei vanno oltre, facendo un passo per chiudere una serie di uffici di partiti di sinistra con pretesti che sembrano convincenti solo a coloro con un certo tipo di inclinazioni.
Così è diventato chiaro che il vero scopo dello sgombero del Molino è eliminare l’autogestione, ovviamente dal mio modesto punto di vista, che è solo uno scenario ispirato dall’immaginario dei partiti razzisti in Ticino, niente di più.
In effetti, in un certo senso il Molino è già stato evacuato per mano di quei populisti che, in questo momento storico, hanno trovato un’opportunità per dirottare l’opinione pubblica attraverso un controllo senza precedenti sulla politica e sui media.
Le persone libere non saranno trascurate nell’affrontare con forza queste tendenze, non solo per il loro desiderio di preservare il Molino e l’autogestione, ma, prima di tutto, affinché il fuoco del fascismo non rimanga e svanisca, memori che le guerre mondiali non sono lontane da noi.
Ismail Hamza