Ginevra – Corteo contro il Centro federale d’espulsione

Fonte: renverse.co

Sabato 3 ottobre 2020 – Concentramento alle 14.00 in Place de la Navigation.

NO AL CENTRO D’ESPULSIONE  FEDERALE

La costruzione del centro d’espulsione federale inizia a Grand-Saconnex, ma non è mai troppo tardi per abbandonare un progetto così disumano.

Per anni, associazioni, partiti politici residenti di Grand-Saconnex e anche il Gran Consiglio di Gi-nevra si sono opposti a questo progetto. Simbolo delle politiche razziste di inospitalità, questo centro di rimozione fornisce 250 posti ai richiedenti asilo “i quali devono essere espulsi”. Lì, in un centro dove le condizioni di accoglienza previste sono dell’ordine della semi-detenzione o ancora peggio, i richiedenti asilo saranno costretti ad aspettare il momento nel quale verranno cacciati dal paese.

UN’ACCOGLIENZA CARCERARIA

Il progetto è concepito come una grande prigione per detenuti in custodia cautelare. Accanto al centro di custodia cautelare federale, il quale ha una capienza di 250 posti, ci saranno gli edifici della polizia internazionale e 50 posti per detenzione amministrativa (1). L’edificio del Centro Fede-rale ha accesso diretto alla strada e, come in prigione, prevede solo un’entrata. All’interno le per-sone si confrontano con una disciplina infantile e arbitraria : annunci obbligatori all’entrata e all’uscita, perquisizioni, punizioni, rilevamento delle impronte digitali, impossibilità nel mettere da parte del cibo e cucinare, “aiuti” economici irrisori i quali servono solo a renderli disponibili alla po-lizia in vista del loro rilascio e la loro unica e cosiddetta prospettiva di lavoro è costituita da lavori di manutenzione nel centro.

UNA POLITICA DI SEGREGAZIONE

Tutto è pianificato in modo che i candidati non si mescolino con il resto della popolazione, devono richiedere l’autorizzazione ogni qualvolta vogliano lasciare il centro, sono sottoposti a orari di lavo-ro restrittivi (dalle 9 alle 17 durante la settimana), rendendo così impossibile lavorare e socializza-re al di fuori dal centro. Inoltre, viene loro proibita la visita da parte di parenti, la scolarizzazione dei bambini all’interno del centro stesso ecc. Il futuro centro di riferimento sarà localizzato nella periferia di Ginevra, tra uno svincolo autostradale e una pista aeroportuale. Oltre a essere geo-graficamente isolato, vivere vicini a una pista aeroportuale porta a condizioni di vita pessime a causa del rumore e dell’inquinamento dell’aria. È sotto queste circostanze che vogliamo “dare il benvenuto” a coloro il cui unico crimine è quello di essere fuggiti dalla guerra e dalla povertà.

UNA ZONA ILLEGALE

Negli ultimi mesi, non sorpresi, ma con tanta tristezza e rabbia abbiamo osservato il funzionamen-to di alcuni centri federali costruiti in Svizzera (Giffers, Boudry e Embrach in particolare). I racconti di violenza, umiliazioni, pestaggi e l’impossibilità di essere propriamente difesi nelle procedure di asilo sono all’ordine del giorno e ci hanno dato un assaggio del trattamento che verrà riservato ai candidati nel centro d’espulsione di Grand-Saconnex. In conclusione, dovremmo prendere in considerazione i divieti sistematici che stanno affrontando la società civile e le associazione nell’accedere a questi centri.

CHIUDERE UN’OCCHIO NON È UN’OPZIONE

Oggi, le autorità non possono più nascondere le loro intenzioni dietro “l’accelerazione delle proce-dure” e una faccia “umanitaria” per giustificare la costruzione del Centro Federale di Rimozione a Grand-Saconnex. Se quest’ultimo dovesse essere costruito diventerebbe, senza dubbio, una delle pietre miliari di una politica razzista che sta distruggendo vite, alla quale la Svizzera sembra attribuirne sempre meno valore. L’ufficio architettonico Berel Berel Kräutler ha avuto il coraggio di chiamare il progetto “Philemon e Baucis”, simbolo di ospitalità nell’antica mitologia Greca. Non facciamoci prendere in giro. Questo centro non deve nascere.

Chiediamo che la costruzione del Cento di Rimozione Federale venga fermata immediatamente !

(1) “Detenzione amministrativa” è una pratica che permette alle autorità di incarcerare una perso-na mentre organizzano la sua rimozione dal territorio svizzero. Senza la minima condanna penale,