Tutto il potere della polizia politica

Fonte: ajour-mag.ch e barrikade.info

16.03.2018

Più violenza produttiva. Ecco quello che richiede la consigliera federale PS Sommaruga. In dicembre ha dato il via alla procedura di consultazione sulla nuova legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (PMT). Servendosi dell’appiglio della lotta al terrorismo, dovrebbe venir ampliato il potere della polizia federale (fedpol). Una delle novità permetterebbe alla fedpol di sorvegliare le persone preventivamente, isolarle e limitare la loro libertà di movimento, nel caso in cui esse vengano classificate come cosiddette “persone che rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica” (“Gefährder”). Con ciò inizia un nuovo capitolo nella storia della polizia politica in Svizzera.

Di Oliver Mando e Gionduri Caprez.

Da inizio marzo la versione revisionata della legge federale sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (LSCPT) è in vigore. Essa permette alle autorità repressive di monitorare il nostro comportamento digitale passo per passo. Presto, la situazione potrebbe diventare ancora più spessa! La procedura di consultazione sulle misure di polizia preventive per la lotta al terrorismo (PMT) dovrebbe concludersi per la fine di marzo. In seguito, si vedrà quanto grande sarà questo recente passo in più. In ogni caso sarà un passo oltre il diritto penale, in cui azioni punibili commesse, dimostrabili e punibili devono venire sanzionate, per andare in direzione di un diritto di polizia in cui la presunzione di innocenza viene abrogata e le persone vengono punite preventivamente, così da renderle docili.

Chi sono le/i «Gefährder»?

Nel mirino della nuova PMT ci sono le/i cosiddette/i “Gefährder” (persone che rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica). La parola viene dalla Germania, dove nel 2007 è stata resa popolare dall’allor ministro degli interni CDU Wolfgang Schäuble. La Svizzera è salita a bordo solo di recente e, grata, ha fatto proprio il vaghissimo termine. Si riferisce a persone contro le quali non sussiste un sospetto sufficiente per aprire un procedimento penale, ma che le autorità ritengono potenziali autrici di atti di “violenza estrema” o “terroristi”.

Per venir classificati dalla polizia come “Gefährder”, sono sufficienti punti d’appoggio come “il trattenere contatti con persone, che incitano violenza terrorista; la redazione di profili sui social media e la diffusione (attraverso il “supportare” per esempio mettere i likes su facebook o il “condividere”) di contenuti ed esternazioni terroriste; prime chiarificazioni o altri provvedimenti che lasciano presupporre un viaggio in territori conflittuali (per esempio il testare di misure preventive di sicurezza in un aeroporto) o l’accostamento a una rete terrorista.” Questo è quanto riportato nel rapporto della fedpol sulla procedura di consultazione.

Cosa viene considerato atto di «violenza estrema» o «terroristico»?

Con queste espressioni si intendono azioni “attraverso le quali la popolazione dovrebbe venir intimorita, oppure uno Stato o una organizzazione internazionale dovrebbero venir obbligati a compiere un’azione o un’omissione.” Tra queste azioni vengono contemplati l’omicidio volontario, ma anche l’infliggere severe ferite, il causare un’esplosione, la messa in pericolo della sicurezza pubblica con armi, il supportare o partecipare a una organizzazione terroristica, il finanziare il terrorismo e l’incitamento pubblico al crimine o alla violenza.

In Svizzera succede spesso che a parti della sinistra radicale vengano attribuite azioni simili. In futuro, per esempio, si considererà “Gefährder” chi solidarizza con persone antifasciste che attaccano un covo di nazi con lo spray al pepe, chi partecipa a un brunch benefit per supportare finanziariamente la resistenza armata in Kurdistan, chi ha messo un like su facebook alla foto di uno striscione che recita «Kill Edogan with his own weapons» o chi diffonde il comunicato della prossima azione di sabotaggio contro la costruzione del carcere Bässlergut su barrikade.info?

A livello discorsivo si parla di terrorismo già in maniera diligentemente allargata. E questo non solo in Turchia, dove da molto tempo ogni movimento di opposizione viene considerato atto di terrore. In Germania non c’è praticamente stat* un* politic*, che non abbia denominato i militanti dimostranti del G20 come “terroristi”. E in Spagna proprio pochi giorni fa i due Rapper di sinistra e antimonarchici Pablo Hasel e Valtonyc sono stati condannati a più anni di detenzione per “apologia del terrorismo”.

Limitazione della libertà di movimento

Con la PMT, la fedpol otterrebbe l’autorità di limitare la libertà de* cosiddett* «Gefährder», imponendo loro di annunciarsi regolarmente presso una stazione di polizia o un’altra autorità. Inoltre, potrebbe sentenziare il divieto di viaggio (espatrio) e sequestrare passaporti o carte d’identità, così come impore delimitazioni ed emarginazioni. Questo implica che a delle persone possa venir impedito l’accesso a un certo territorio o perimetro o che esse non possano lasciare un dato territorio. Sono addirittura previsti gli arresti domiciliari (rispettivamente la “delimitazione a un immobile”).

Isolamento dall’ambiente

Oltre al divieto di perimetro la fedpol potrebbe anche pronunciarsi per dei divieti di contatto, cosicché le/i “Gefährder” vengano separati da un cosiddetto “ambiente criminogeno”, affinché questo non possa più esercitare un influsso negativo sulla persona. Inoltre, è prevista la bozza di legge che prevede la carcerazione ed espulsione di persone migranti classificate come “Gefährder”.

Dalla radicalizzazione attraverso la punizione fino all’integrazione. Immagine: fedpol

Ampliamento della sorveglianza

Nella PMT, le nuove misure preventive vengono completate con ulteriori possibilità di sorveglianza. Prima di tutto, le/i “Gefährder” potrebbero venire localizzati attraverso la telefonia mobile e altri apparecchi di localizzazione come la cavigliera elettronica. Secondariamente, la bozza di legge permetterebbe uno scambio di informazioni più intenso tra gli apparati di repressione statale come le guardie di confine, le dogane, la polizia federale dei trasporti, la segreteria di stato della migrazione (SEM) e il servizio delle attività informative della Confederazione, così come la fedpol. Inoltre, la fedpol verrebbe autorizzata a investigare di nascosto in internet e negli strumenti elettronici.

Terza componente di un insieme

La PMT è il terzo stadio di messa in atto della strategia svizzera per la lotta al terrorismo del 2015.

Il primo passaggio consistette in una revisione parziale del codice penale. Tra l’altro, in questo frangente viene proposto di eliminare il limite massimo di pena detentiva per azioni terroriste, così come di punire il supporto di azioni terroriste (per esempio tramite la propaganda o dei finanziamenti) con pene fino a dieci anni di incarcerazione. L’inasprimento del diritto penale era già nella procedura di consultazione ed è stato positivamente accolto.

Il secondo passaggio è rappresentato dal “Piano d’azione nazionale per prevenire e combattere la radicalizzazione e l’estremismo violento” (NAP). Nel novembre del 2017 i cantoni, le città, i comuni e la confederazione l’hanno adottato all’unanimità. Mentre il codice penale e la PMT hanno a che vedere con la repressione, il NAP è principalmente focalizzato su ideologia e integrazione.

I tre stadi della sorveglianza statale. Immagine: fedpol

Il primo scopo è di generare più sapere e competenze per quanto riguarda la “radicalizzazione” e l’ “estremismo violento”. Per esempio, lanciando specifici progetti di ricerca e studi, così come sviluppando offerte di formazione di base e continua. In secondo luogo, si tratta di intensificare la collaborazione e la coordinazione di tutti gli attori statali e parastatali. Il raggiungimento di questa collaborazione dovrebbe venir raggiunto attraverso la creazione di specifici uffici di organizzazione e di supporto e influendo su organizzazioni e istituzioni della popolazione civile. In concreto si pensa a organizzazioni di migranti, sport, gioventù e donne, enti assistenziali e organizzazioni attive sul piano religioso. In terzo luogo, devono venir impediti “idee e raggruppamenti estremisti” attraverso la “promozione della cittadinanza attiva, il rafforzamento della democrazia e l’impedimento delle discriminazioni” o attraverso la diffusione di contronarrative e narrative alternative, così da impedire una radicalizzazione via internet.

Dopo l’esecuzione della pena è prima dell’esecuzione della pena

Nel caso in cui le autorità giungano alla conclusione che per una persona le misure del NAP siano inefficaci, esse potrebbero esporre questa persona alla violenza preventiva della PMT o potrebbero sanzionarla servendosi del codice penale inasprito. Esemplare per l’inizialmente citato cambiamento di paradigma è il fatto che delle persone che sono capitate una volta nel mirino della repressione statale non riusciranno più ad uscirne così rapidamente. Un reato non viene più scontato in carcere. Piuttosto vale: dopo l’esecuzione della pena è prima dell’esecuzione della pena. Poiché chi viene rilasciat* dal carcere viene considerat* radicale e quindi affrontat* dagli apparati statali ideologici del NAP, o come “Gefährder”, quindi sottopost* alle misure preventive della PMT.

Attualmente, ciò che viene presentato sotto forma di lotta al terrorismo riceve facilmente consenso. Il pericolo che le autorità classifichino noi oppositrici e oppositori radicali dell’ordine dominante come “Gefährder” e quindi che ci sottopongano costantemente a violenza e repressione è tangibilmente vicino. Un primo assaggio lo si è avuto, per esempio, durante un dibattito avvenuto in seguito alle proteste del G20 di Amburgo. “Polit-Hooligans”, “estremisti violenti” e “autori di sommossa” dovranno, in futuro, venir colpit* da un divieto di viaggio all’estero quando hanno luogo manifestazioni politiche. Questo è stato deciso dal consiglio degli stati con 28 voti a 11. Il consiglio nazionale seguirà certamente a ruota.

Fonti: https://barrikade.info/Alle-Macht-der-politischen-Polizei-Aber-wer-sind-die-Gefahrder-915?lang=de

https://www.ajour-mag.ch/wer-sind-die-gefahrder/