Le parole di una maggioranza impaurita

fottutamaggioranza

(cioè na sctoria longa da ignoranza e sconfüsion)

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Uella!

Espressione tipica della prosa leghista ticinese, usata nel senso di “accidenti!”, “hai capito!”. Uso italianizzato e strumentale dei dialettali “uela!”, “ueila!”, usati come forma di saluto tra amici.

Fö di ball i falsi rifugiat!

Oltre alle guerre libica e siriana, attualmente sul pianeta si contano 67 conflitti armati dichiarati e oltre 700 milizie non riconosciute. La maggior parte di queste guerre è nel continente africano, con almeno 29 stati riconosciuti coinvolti. Leggendo unicamente il Mattino della Domenica, il 20minuti o i portali online probabilmente vi sarà sfuggito che anche l’Europa è in guerra: almeno 4 nazioni la subiscono sul proprio territorio (Ucraina, Azerbaijan, Armenia, Russia) mentre le altre vi partecipano direttamente (bombardando) o indirettamente (vendendo armi come la Svizzera). Oltre alla disinformazione, si evita di mettere in relazione alle guerre il problema dei profughi, il dissesto ecologico mondiale e la depredazione economico-finanziaria di FMI e multinazionali. Creare l’antitesi tra una migrazione “accettabile” o no, è parte del gioco del potere. Così come far credere che ci invaderanno rubandoci i posti di lavoro. Le persone accampate a Como, come quelle bloccate alle altre frontiere della fortezza-Europa, o quelle che nel passato emigravano dal Ticino, non hanno lasciato la propria terra per piacere! In ogni caso a togliersi dalle balle, siete proprio voi e il vostro razzismo quotidiano.

Ma perché non li ospiti a casa tua…

Possedere un’abitazione propria in Svizzera non è cosa per tutti/e, nonostante la tendenza e il desiderio siano quelli! Anche riuscire a pagare i vergognosi affitti che invadono il nostro territorio, non è che faccia sentire proprio… a cà nosa. Con la speculazione a farla da padrone, nel cantone con il maggior numero di appartamenti di lusso sfitti, vale più che mai il vecchio motto comunardo “la casa si occupa, l’affitto non si paga!”. Ci teniamo comunque a rassicurarvi: con l’aria di merda che tira nessun* migrante vorrà stabilirsi in camera vostra. Dopo aver dimenticato un passato d’emigrazione, ora che confondete il concetto d’ospitalità con l’internamento militarizzato e la deportazione forzata, a casa vostra è meglio non venirci nemmeno per far pisciare il cane!

Padroni a casa nostra!

Patriottismo e nazionalismo hanno condotto nel secolo scorso a due guerre mondiali e al nazifascismo in Europa. A t’a seet un pu un ratapee a credere che a Chiasso ci sia bisogno di un muro e dell’esercito per difenderti la casa e non vedere che i veri padroni in Svizzera sono le banche, le multinazionali, i consigli d’amministrazione infarciti di carogne leghiste e destroidi, che predicano bene e razzolano male.

Uuuh che pagüra…

Da sempre l’emozione più funzionale all’esercizio del potere. Non per niente in tutta Europa, chi specula sulla paura del povero e del diverso, sta al governo. O pensavate che il norman – braccia rubate all’agricoltura – ci fosse arrivato per le sue qualità di statista? Gioo ul suu l’è nocc, diceva il nonno e dietro i falsi allarmi migranti, frontalieri, mussulmani, rom, si celano frustrazioni oscure di personaggi presuntuosi e meschini. Non capire che l’odio anti-migranti e l’islamofobia dilagante sono processi costruiti per fomentare tensioni e paure è come pensare che il burkini costituisca davvero un pericolo per la nostra “civiltà”.

Io non sono razzista, però…

È quello che pensi quando vedi salire un nero sul treno, quando ti imbatti in un venditore di rose, quando vedi una targa italiana o una donna vestita in modo diverso? Magari ringrazi la polizia di Lugano per averti messo in guardia da chi chiede l’elemosina, o il doganiere svizzero tedesco che a Chiasso fa il suo lavoro impedendo l’immigrazione irregolare, o il Ghiringhelli/Quadri, crapa böta da turno, che ti dice che la legge anti-burka proteggerà le libertà “delle nostre donne”. Peccato però che quello sul manifesto dallo sfondo terrorista della città di Lugano, sia inteso come un bimbo rom, che i fermi a Chiasso avvengano unicamente in base a un diverso colore della pelle e che la legge sul burka sia una evidente visione coloniale e razzista. Tutte precise stigmatizzazione etnico-razziale create ad hoc e troppo spesso sostenute anche da “sinistra” e da associazioni “umanitarie” varie. Con uno stile che rimane troppo simile a quello di SS e gestapo.

Cristìanin, parol trop dificil?

Eh sì, essere antirazzisti non è facile. Non è una dote innata o naturale. È frutto di un impegno e di un’attenzione costanti. Essere antirazzisti è una lotta. Il resto è complicità.

SE LA SVIZZERA È LA VOSTRA FORTEZZA, LA DIGNITÀ MIGRANTE SARÀ LA SUA CREPA

Con tutt* gli/le immigrati/e solidarietà! Fuori i razzisti dalle città!