Ginevra: verso un’accoglienza carceraria delle/dei migranti

Traduzione di un testo scritto dal Collectif Autonome D.
A due passi dall’aeroporto di Cointrin, a Ginevra, tra l’autostrada e la pista d’atterraggio, la Confederazione prevede la costruzione di un centro di partenza per richiedenti asilo la cui richiesta d’asilo è stata rigettata. Si tratta dell’ attuazione della nuova procedura di asilo prevista da Simonetta Sommaruga e passata in votazione il 5 giugno 2016. L’idea è quella di accellerare il trattamento delle domande d’ asilo. Per questo non si esita ad incarcerare persone il cui unico crimine è quello di essere fuggite dalle guerre e dalla miseria, conseguenze delle politiche imperialiste portate avanti dall’Occidente nel mondo e nella storia.

I differenti tipi di centri federali

Si prevede la messa in funzione di tre tipi di centri: i centri di procedura, i centri di partenza e i centri specifici. In totale, nei prossimi anni sul territorio svizzero dovrebbero sorgere circa 18 centri federali.

In un primo momento, le/i richiedenti d’asilo saranno messx in un centro di procedura, dove la loro richiesta d’asilo verrà esaminata. Al fine di guadagnare tempo, questi centri comprendono degli uffici per i/le rappresentanti giuridici/che, gli/le interpreti, gli/le incaricatx per le audizioni e per la verifica dei documenti.

Poi, se la domanda ha esito negativo, o durante una fase d’attesa (ad esempio durante una proroga per un ricorso), le/i richiedenti asilo verranno trasferitx in un centro di partenza, da non confondere con un centro di detenzione amministrativa.

Il numero di specialistx della Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) è nettamente più basso in un centro di partenza che in un centro di procedura. Lo Stato in questo modo intende approfittare dei suoi «investimenti a lungo termine» che devono permettergli di risparmiare sulla qualità dell’accoglienza. D’altra parte il numero degli effettivi del personale incaricato di inquadrare i/le richiedenti e di assicurare la sicurezza sarà molto alto.

In questi due tipi di strutture, tutto viene messo in atto per limitare la libertà di movimento delle/dei richiedenti: un’autorizzazione di uscita deve essere richiesta al personale dello stabilimento che dispone di una foto e delle impronte digitali della persona. Inoltre, gli orari di uscita sono ristretti dalle 9 alle 17 durante la settimana, e nei weekend dal venerdì alla domenica dalle 9 alle 19. Le/i richiedenti asilo possono ricevere delle visite, ma le/i visitatrici/tori vengono ammessx solo se riescono a dimostrare un legame famigliare con la persona. Gli orari dei pasti sono fissi e le/gli abitanti non hanno la possibilità di cucinare per se stessx. Il personale incaricato della sicurezza può perquisire le/i richiedenti asilo e confiscare tra le altre cose derrate alimentari, alcol, apparecchi elettronici «suscettibili di perturbare la tranquillità».

L’ultimo tipo di centro, i centri specifici, sono destinati alla sistemazione delle/dei richiedenti asilo che «minacciano la sicurezza e l’ordine pubblico o che, per via del loro comportamento, perturbano il buon funzionamento dei centri di accoglienza ordinari», una nozione molto vaga che lascia prevedere degli abusi.

Sfruttamento
La SEM per le/i richiedenti ha previsto dei «programmi occupazionali di utilità pubblica», così potranno usufruire dell’allettante opportunità di pulire le campane delle chiese, di fare la raccolta differenziata dei rifiuti, o di strappare «delle piante non indigene invasive». Per questo tipo di lavoro, le/i richiedenti ricevono «un forfait di motivazione di un massimo di 30 franchi a giornata lavorativa». Dietro a queste appellazioni arzigogolate si dissimula a mala pena una triste realtà: lo Stato svizzero beneficerà di mano d’opera a prezzi irrisori. Dopo qualche centinaia di anni di storia coloniale, delle/dei rifugiati si ritroveranno quindi a raccogliere la nostra spazzatura e a pulire le strade davanti alle banche che nascondono i soldi dei dittatori di tutto il mondo.

Carceri private

Da diversi anni ormai il sistema «d’accoglienza» in materia di asilo in Svizzera presenta le caratteristiche di un sistema carcerario. L’aiuto sociale non è altro che un pretesto per mantenere le/i richiedenti sotto il controllo delle autorità al fine di espellerlx al momento deciso quando vengono a «tamponare» all’OCPM (Ufficio cantonale della popolazione e delle migrazioni). L’esempio più recente di questa politica è rappresentato dal rinvio della famiglia Musa in Croazia

Caso di una famiglia di migranti sirianx espulsa dalla Svizzera verso la Croazia per gli accordi di Dublino secondo i quali una domanda d’asilo può essere richiesta in un solo paese (N.d.T). Per maggiori info: https://renverse.co/Geneve-La-fratrie-Musa-arretee-a-l-OCPM-775. I centri di detenzione amministrativa permettono già oggi di rinchiudere per diversi mesi delle persone che non hanno commesso nessun reato, per il solo fatto di essersi rifiutate di lasciare il paese. Da tempo si assisteva ad un rafforzamento dei regolamenti in seno ai centri già esistenti, ma questi nuovi centri sono una tappa supplementare verso la carcerizzazione dell’ «accoglienza» delle/dei richiedenti asilo.
Tutta la gestione dei centri verrà affidata a delle società private. Sembra quindi che, come sono formulate nei testi di legge, le autorizzazioni per le uscite dipenderanno dalle/agli impiegati di questi diversi organismi. Sarà quindi la Securitas ad occuparsi della schedatura di migliaia di persone e Novae che gli farà lavare i piatti. Simonetta Sommaruga ha già espresso pubblicamente il suo timore di vedere sempre più richiedenti asilo «scomparire nella natura». Evadere non è forse logico quando si viene buttatx in prigione senza nessuna forma di processo?

Sempre più rinvii

La nuova legge sull’asilo promette delle procedure facilitate e più rapide. In realtà, non propone altro che un’alienazione ancora più importante delle/dei richiedenti asilo e un’incitamento chiaro ad aumentare il numero di rinvii, volontari o meno. In effetti, tutto è messo in atto per mantenere una pressione estrema sulle/sui richiedenti asilo al fine di incitarlx alla partenza. D’altronde sono i casi Dublino (che la Svizzera non prende in carico) e quelli la cui risposta è negativa che vengono trattati per primi. Inoltre, gli aiuti al ritorno promessi dalla Confederazione diminuiranno man mano che le/i richiedenti restano sul territorio svizzero. Riceveranno 2.000 franchi se partono durante «la fase preparatoria» (al più 21 giorni dopo la richiesta d’asilo) e in seguito vedranno i loro premi diminuire immediatamente.

I calcoli della Confederazioni si spingono fino creare un sistema di compensazione ai cantoni totalmente aberrante; per ogni 100 persone messe in un centro di partenza il canton Ginevra potrà accoglierne 20 in meno ogni. Inoltre, un ricatto è messo in piedi per motivare i cantoni, in cui è presente un aeroporto, ad aumentare drasticamente i rinvii; così potranno accogliere 15 richiedenti in meno per ogni 100 espulsx. Non solo, i cantoni che non espellono abbastanza richiedenti asilo la cui domanda è stata rigettata verranno penalizzati con delle sanzioni economiche.

Per evitare che le/i richiedenti sviluppino dei legami con la popolazione e che si crei una sostegno popolare durante la loro espulsione, vengono prese diverse disposizioni, in particolare la non-scolarizzazione delle/dei bambinx nelle scuole pubbliche, ma direttamente nei centri federali. Questo isolamento è caratteristico della nuova legge.
Organizziamoci contro i centri federali!

A Ginevra, il declassamento del terreno dove verrà costruito il centro è stato lanciato ad inizio agosto, si tratta della parcella dove attualmente si trova il centro di accoglienza per le/i richiedenti del Tilleuls, a Grand-Saconnex. Il comune ha vietato la diffusione dei verbali delle riunioni che trattano dell’argomento, che si sono svolte a porte chiuse, creando un clima di opacità attorno alle discussioni in corso. Mentre Mauro Poggia aveva promesso per la fine del 2016 la chiusura dei bunker in cui tuttora sono ospitatx centinaia di richiedenti asilo, quello che si sta preparando peggiorerà ulteriormente le condizioni di vita delle/dei migranti. Questo sistema di asilo è stato approvato da una votazione nel giugno del 2016, ma quando le urne vomitano razzismo dobbiamo opporvici con determinazione, organizziamoci contro la costruzione del centro di rinvio a Grand-Saconnex! Maggiori informazioni e appuntamenti verranno diffusi su renversé.co.

Collectif autonome D

Fonte: http://renverse.co/Geneve-Vers-un-accueil-carceral-des-refugieEs-793