Nei centri federali, l’accesso alle cure mediche non è facile

Fonte: renversé.co, droit-de-rester.blogspot.ch

Pubblichiamo la traduzione di un articolo relativo alle condizioni nei centri di “accoglienza” in Svizzera. Convintx che, come ogni confine, anche questi luoghi di reclusione non dovrebbero esistere, pensiamo sia comunque importante condividere e diffondere informazioni relative al loro funzionamento, per fomentare la solidarietà alle persone che ci vivono e la resistenza contro il sistema migratorio svizzero.

Per presentare una richiesta d’asilo, le persone appena arrivate in Svizzera devono recarsi in un centro federale, dove soggiornano tre mesi o più, fino a quando la SEM (Segreteria di Stato della Migrazione) le trasferisce in un cantone.

Molte di esse sono fuggite da condizioni brutali, sono sopravvissute ad un viaggio estenuante e hanno dovuto far fronte a ogni tipo di violenza. Un certo numero di esse arrivano in uno stato di esaurimento fisico e psicologico che necessita una presa a carico. Ma nei centri federali l’accesso alle cure mediche è restrittivo a tal punto da sfociare certe volte in un vero e proprio divieto di accesso.

Non è raro ad esempio che un appuntamento fissato da un medico venga annullato perché l’autorità del centro non lo reputa necessario o perché i trasporti all’ospedale ne scombussolano l’organizazione.

Così, ad esempio, una signora è fuggita dal suo paese dopo aver ricevuto delle minacce di morte. È con suo figlio di meno di 5 anni. È visibilmente angosciata e si lamenta di mal di testa e di momenti di vuoto. Non sa più dove si trova, oppure non capisce quello che le viene detto perché non riesce a concentrarsi. Non si ricorda dove mette le sue cose e passa del tempo a cercarle. Quando si trova in un locale, ha l’impressione che qualcuno la stia per aggredire alle spalle e si gira in un sussulto.

Prende degli antidepressivi e dei sonniferi che ha portato dal suo paese. Questi farmaci causano molto affaticamento e sarebbe quindi necessario avere a disposizione uno spazio sicuro dove riposare. Inoltre, necessitano di un monitoraggio medico e di essere seguiti da una terapia di sostegno basata su dei colloqui individuali.

Una notte, ha sentito forti dolori ai reni e ha vomitato a più riprese. È stata portata d’urgenza all’ospedale. Aveva appuntamento qualche giorno dopo per la consegna dei risultati, ma questo appuntamento è stato annullato a causa del suo trasferimento in un altro centro federale. Non le è stato proposto nessun altro appuntamento ed è rimasta nell’incertezza dei risultati delle analisi. Non ha potuto ascoltare l’avviso né i consigli del medico, né porre le sue domande sui trattamenti o su come proseguire le cure.

Anche il bambino non sta bene. Si sveglia di notte urlando e soffre di mal di testa. Non è stato portato da un medico e alla madre è stato detto di aspettare il trasferimento.

La signora ha vissuto tre mesi con il suo bambino nel centro federale senza accesso alle cure psichiatriche e pediatriche. Al suo arrivo nel cantone a cui è stata assegnata, la sua situazione viene giudicata prioritaria e vengono fissati diversi appuntamenti.

Un altro caso è quello di una coppia di persone anziane che fanno fatica a spostarsi. Il signore è stato portato quattro volte all’ospedale a causa di un diabete insulino-dipendente. Soffre di calcoli di calcare nel fegato, che sono molto dolorosi, di un’ernia del disco, di un abbassamento della vista e di dolori ai piedi, a causa del diabete. Si lamenta di dolori allo stomaco e ha un respiro pesante. Anche in questo caso, l’appuntamento dato al paziente per la consegna dei risultati delle analisi è stata annullata. L’autorità del centro ha valutato che possedeva informazioni a sufficienza per la somministrazione delle medicine, e che non erano necessarie maggiori spiegazioni.

La signora soffre invece di diversi mali, specialmente di schiena e di affaticamenti, a seguito di un incidente.

La coppia ha vissuto tre mesi nel centro federale nonostante le malattie e l’età.

Spesso i/le dottori/dottoresse non colgono bene la situazione delle persone che si trovano nei centri. Non sanno che vivono in un centro federale e che sono sottomesse a delle restrizioni di uscita e di accesso alle cure. In un caso, in seguito a una consultazione d’urgenza, l’ospedale ha invitato una madre , che non parla una parola di francese, a prendere un appuntamento per delle cure limitandosi a darle una lista di pediatri del cantone. Ma la madre non può prendere un appuntamento di questo tipo in maniera autonoma. Deve prima ricevere il permesso delle autorità del centro e nessun appuntamento è stato fissato.

L’aspetto più difficile è l’assenza di informazioni. Le persone non possiedono nessun documento che spieghi la loro situazione, né le consultazioni che hanno avuto, né dove né con che medico, e i risultati delle analisi non vengono comunicati. Gli eventuali documenti medici che le concernono vengono trasmessi al centro, che si rifiuta di dare una copia ai/alle direttx interessatx. Le persone nei centri vengono quindi private dell’accesso ai propri dati medici e non possiedono nessun sostegno per comprendre i propri problemi si salute.

Questo vuoto crea un senso di sconforto perché non possono accedere alle informazioni sul proprio stato di salute. Devono convivere con l’impressione di non essere statx compresx né ascoltatx in modo corretto, o che il medico non ha capito esattamento di che dolore si lamentano. Durante le consultazioni mediche, non sono state accompagnate da un interprete, nella situazione in cui per la prima volta incontravano un sistema sanitario nuovo per loro, il che contribuisce ad alimentare le loro incertezze.

Le persone che soggiornano nei centri federali hanno bisogno di un documento scritto che possono mostrare ad altrx per farsi spiegare, con l’aiuto di qualcuno per tradurre in caso di bisogno. Un semplice riassunto della situazione dal punto di vista medico, messo nelle mani del/della paziente, permetterebbe di essere un po’ più rassicuratx sulle cure mediche.

In un altro caso, la persona interessata ha ricevuto una decisione di rinvio verso la Germania. In occasione del ricorso, ha dovuto spiegare senza nessun certificato medico né nessun altro documento che gli era appena stato diagnosticato un cancro al fegato, un’epatite B e C attiva, e altri problemi. Mostrava la sua pancia, ma non sapeva come spiegarsi. Questa mancanza di precisione impedisce di organizzare una difesa seria dei diritti delle persone contro una decisione della SEM presa di fretta, in cui anche le situazioni individuali più gravi vengono ignorate. Le autorità si difendono con argomentazioni tipiche, ad esempio che le cure mediche esistono anche in Germania, e non prendono in considerazione di informarsi sulla diagnosi o sulle cure da seguire.

I centri federali sono dei luoghi di gestione collettiva delle richieste d’asilo e dell’alloggio delle persone richiedenti l’asilo. Sia il trattamento dei dossier medici che l’accoglienza sanitaria e sociale mettono in luce una mancanza di rispetto, un’assenza di compassione e, nei casi più gravi, contribuiscono ad un peggioramento dello stato di salute delle persone richiedenti l’asilo.

Fonte: https://droit-de-rester.blogspot.ch/2017/07/au-centre-federal-un-acces-difficile.html