Solidarietà a Andi!

Fonte: aufbau.org

Lo scorso 18 e 19 novembre al Tribunale penale federale di Bellinzona si è svolto il processo contro la compagna Andi, condannata in contumacia a 14 mesi di carcere. Riportiamo la sua dichiarazione a processo pubblicata sul sito di Aufbau e un comunicato del Soccorso Rosso Internazionale.

Dichiarazione a processo di Andi:

1. Contrattaccare: Perchè non siamo dove ci hanno convocato

Non è unicamente lo Stato che attacca, ma noi pure attacchiamo in risposta. Anche ora contrattacchiamo e lanciamo un attacco al capitalismo, allo Stato svizzero e a quello turco! Di primo acchito verrebbe da interpretare questo processo come lo Stato svizzero che esegue diligentemente gli ordini impartiti dallo Stato turco. E giustamente, poichè in effetti è proprio lo Stato turco che ha imposto questo processo. Coinvolti ci sono due Stati molto diversi; due forze molto diverse. Entrambi hanno però interessi comuni: investire con la repressione quanto gli si oppone in termini di lotta di classe, resistenza o forza rivoluzionaria.

Lo Stato borghese svizzero non è solo lo sgherro esecutore ma bensì è anche il diretto responsabile ditante porcherie, orientate al profitto, di questo mondo.Il tentativo di criminalizzare la solidarietà internazionale in Europa occidentale è, per lo Stato turco,uno dei fronti nella sua guerra a bassa intensità contro il movimento di liberazione curdo-turco di sinistra. Questo vale anche per il processo che si terrà a Berna a gennaio 2022 per lo striscione “Kill Erdogan”, per cui simili sono stati i tentativi di pressione da parte dello Stato turco. La crisi pandemica ha colpito con tutta la sua forza, andando a sommarsi alla crisi capitalista già inatto. Non solo in Svizzera, ovunque nel mondo si acuiscono le contraddizioni verso una crisi storica, tanto politica quanto economica.

La ristrutturazione e l’ampliamento degli strumenti antinsurrezionalida parte dei dominanti – a livello di sicurezza nazionale, polizia e militare – ne sono un esempio. Come sinistra dovremmo seguire e comprendere le “fratture” che si aprono, affinchè possiamo orientare anticipatamente e in modo adeguato le nostre strategie rivoluzionare.

2. Cosa significa questo nella crisi pandemica

Le strade invece dell’isolamento: solo essendo parte delle dinamiche sociali è possibilie comprendere ed analizzare quanto succede. Questo significa riprendersi le strade ed essere concreti, invece di sentirsi spinti verso l’isolamento. Significa prendersi nuovi spazi per rafforzare processi collettivi.

In questa situazione dobbiamo imparare ad addottare nuove vie e nuovi metodi, mantenendo ovviamente sottocchio la solidarietà e la salute delle persone. Nello Stato borghese dominano il profitto, la concorrenza e il potere. Lo smantellamento e laprivatizzazione del sistema sanitario ne sono un buon esempio, così come la vaccinazione forzata da una parte e lo stipamento di persone (ad es. i/le migranti) in situazioni precarie dall’altra – isolandole dalla società e riducendo ulteriormente i loro diritti – sono altresì un buon esempio di questo cinismo. Lo Stato si auto-assolve accettando che i più deboli vengano sacrificati, per poi stupirsi quando questo cinismo reazionario viene cavalcato dalle forze fasciste.

Crediamo che lo Stato borghese, con i suoi principi capitalisti e il suo concetto di libertà, non sia ingrado di affrontare questa crisi in un modo diverso da quanto stia già facendo, ovvero, ricercando il profitto, con autoritarismo e in modo divisivo da un punto di vista di classe.

Il concetto di libertà borghese intende ed acclama l’individualismo come valore assoluto. Una crisi pandemica non è però risolvibile così. Anzi, nella crisi, lo Stato supera facilmente i propri limiti opponendosi in modo autoritario a questo individualismo, provocando rabbia e indignazione nelle persone che scendono poiin strada.

La nostra critica di base nei confronti dello Stato si conferma nella crisi, diventando ancora piu visibilee tangibile. Non riponiamo fiducia in nessuno Stato che dall’alto emana misure a sostegno dell’economia e del potere. Se vogliamo costruire una società che protegga tutti, dobbiamo allora prenderla nelle nostre mani. Nel socialismo ci sono molti valori basati sulla solidarietà e sulla responsabilità collettiva, come possiamo vedere ad esempio nella gestione sociale della pandemia a Cuba. La responsabilità collettiva e solidale si orienta verso i membri più deboli, così come i continenti definiti più poveri dovrebbero essere messial centro, in modo solidale, da quelli più ricchi.

3. Socialismoo barbarie

Un esempio di quanto sopra è la solidarietà internazionale con il Rojava: non solo a fronte delle attuali forti minacce di una nuova aggressione da parte dei militari turchi nel nord ovest della Siria o l’impiego di gas velenosi nel nord dell’Irak, dove si trovano le montagne liberate dalla guerriglia PKK, ma anchea fronte del significato dei processi rivoluzionari in Rojava, che da 10 anni illuminano ed ispirano lasinistra ovunque nel mondo.

Un esempio di quanto sopra è anche lo scoprire e attacare i responsabili di questa guerra in ogni paese,che sia lo Stato o il capitale, la produzione di armi o altro. Se consideriamo l’ampio contesto geostrategico, con tutte le sue contraddizioni e scontri armati, e al suo interno, a sua volta, osserviamo il ruolo delle correnti reazionarie e fasciste che si stanno formando, possiamo riconoscere senza dubbio che, nella fase storica del «socialismo o barbarie», tutte le forze rivoluzionarie devono necessariamente posizionarsi in modo unitario e vicino.

Si tratta di riporre l’unità al centro e sviluppare un filo strategico a livello internazionale. Un filo che sappia tener conto tanto delle condizioni oggettive quanto delle disparità soggettive. Lungo questo filo, il processo rivoluzionario in alcuni paesi potrà relazionarsi dialetticamente con quello in altri, come è il caso del Kurdistan, affinchè possa anche qui tradursi nel concreto. Fronti o reti internazionali anticapitaliste ed antifasciste, così come campagne quali #riseup4rojava o#fight4rojava, ne sono esempi.

Uniamoci contro le aggressioni militari e controrivoluzionarie a tutto quanto si sviluppa in questo e in altri contesti. Uniamo il contrattacco e rafforziamo i nostri processi rivoluzionari internazionali!


Un processo contro il SRI, un attacco al Rojava!

Il 18 novembre 2021, la nostra compagna Andi (Andrea Stauffacher), segretaria del Soccorso Rosso Internazionale, dovrà comparire davanti al tribunale federale di Bellinzona, massima giurisdizione svizzera. Il cuore di questo processo è l’attacco militante al consolato turco a Zurigo nel 2017 in solidarietà con il Rojava.

Non è la prima volta che la nostra segretaria, o nostri/e militanti o strutture si ritrovano in tribunale. Ma questo processo ha un carattere particolare e vorremmo che la sinistra rivoluzionaria e internazionalista ne comprendesse la portata. Dobbiamo innanzitutto tener presente che la solidarietà con il Rojava non è un semplice dovere da internazionalisti e antifascisti a sostegno di un popolo che affronta una brutale oppressione.

Il Rojava ha un posto speciale nella prima linea mondiale di scontro tra rivoluzione e controrivoluzione. In quanto esperienza genuina, sperimentando nel tempo nuove vie di resistenza e di autorganizzazione popolare, il Rojava va difeso con le unghie e con i denti.

Nello studio che SRI ha pubblicato sulla strategia di guerra a bassa intensità condotta dalla Turchia per annientare il Rojava e il movimento di liberazione curdo, si è rilevato come un elemento di questa strategia sia l’attacco ai sostenitori politici e organizzativi del movimento di liberazione.

Stiamo assistendo in Europa al dispiegamento di questa specifica offensiva, che spazia dagli squadroni della morte alle campagne concertate di false notizie per influenzare i dibattiti sulle chat Internet. Tra questi due estremi, tra gli omicidi mirati e le più insidiose manifestazioni di softpower, c’è un ampio spettro di azioni, volte a “rimettere in riga” le comunità turche o di discendenza turca in Europa e a paralizzare ogni loro sostegno alla causa curda. Le forze al lavoro sono diverse e tutte svolgono un ruolo specifico: rappresentanze diplomatiche, predicatori nelle moschee, strutture locali dell’AKP, reti di servizi segreti/mafiosi/fascisti, uomini d’affari coinvolti nel commercio con la Turchia, ecc.

Uno degli obiettivi specifici di questa offensiva è ottenere la totale criminalizzazione del movimento di liberazione curdo in Europa, in altre parole la repressione della solidarietà da parte della polizia e della giustizia dei paesi europei. Il processo contro la nostra compagna ne è un esempio preciso, poiché si terrà solo a causa delle pressioni diplomatiche della Turchia. Queste pressioni si spiegano con il ruolo che la compagna svolge nella solidarietà internazionale con il Rojava. È da sottolineare come la procura federale svizzera abbia cercato, in più occasioni, di porre fine a questa procedura: sia per l’inconsistenza del fascicolo (assenza di prove), sia perché sono in corso altre indagini. Lo Stato turco si è sempre opposto, ha preteso e infine ottenuto questo processo.

La polizia di Zurigo ha colto l’occasione per cercare di ottenere un’ulteriore condanna per la nostra compagna. Polizia che, durante il Covid, ha operato un salto di qualità procedendo sistematicamente, durante le mobilitazioni, al suo arresto preventivo. È così che le autorità cantonali approfittano del “processo turco” per aggiungervi incriminazioni come il mancato rispetto delle regolamentazioni anti-Covid.

Ma, per la solidarietà internazionale, è importante concentrare l’attenzione sul fatto che questo processo fa parte di un’offensiva turca generale e multiforme contro i sostenitori del movimento di liberazione curdo, un elemento della loro strategia di guerra a bassa intensità.
Da questo punto di vista, non è necessario qui distinguere tra il “più grave” e il “meno grave”. Il processo Bellinzona, come la ritenzione delle acque nelle dighe turche sull’Eufrate per privarne il Rojava, come l’uso di gas da combattimento da parte dei commando turchi nel Kurdistan iracheno, come la sparatoria contro i simpatizzanti dell’HDP in Grecia all’inizio di questo mese, sono elementi complementari di una strategia globale.
Anche la risposta della sinistra rivoluzionaria europea deve avere questo carattere globale, strategico. Per questo, a metà novembre, in risposta al processo della nostra segretaria davanti al tribunale svizzero, il Soccorso Rosso Internazionale fa appello a iniziative, azioni contro il fascismo turco.

Soccorso Rosso Internazionale 18 ottobre 2021

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