Contro il Covid pass e il mondo che lo produce

Riceviamo e diffondiamo:

Salute o sicurezza?

Nelle ultime settimane, con l’introduzione dell’obbligo del lasciapassare Covid per accedere a ristoranti, bar, stadi, palestre, università, teatri, cinema, musei, biblioteche e altri luoghi di aggregazione e manifestazioni pubbliche, il governo svizzero ha imposto di fatto un tracciamento obbligatorio dei movimenti di gran parte delle persone che vivono sul territorio. Dopo un primo tentativo nell’estate del 2020 di introdurre l’app SwissCovid che aveva avuto scarso successo, negli ultimi mesi il Consiglio federale ha messo in campo una subdola retorica di persuasione-coercizione per convincere il maggior numero possibile di cittadin* a farsi vaccinare, con il ricatto di vedersi negare l’accesso a tutta una serie di luoghi e servizi, in alcuni casi anche quello allo studio e al lavoro.

Come qualcun* ha scritto altrove: “temiamo che gli strumenti stabiliti oggi in nome della salute pubblica possano essere più facilmente rimessi in funzione domani a fini di sicurezza, che la dichiarazione della propria identità e la registrazione dei propri movimenti vengano standardizzate e che le maglie del controllo sociale si stringano pericolosamente”. Una volta che vengono implementati come “misure di eccezione”, strumenti come il lasciapassare sanitario diventano irreversibili, rafforzando i poteri della polizia e aggiungendosi alla serie di dispositivi che negli ultimi anni stanno limitando sempre di più le libertà degli individui con la scusa della “lotta al terrorismo” o la “guerra al virus”.

Se durante le prime due ondate della pandemia le disuguaglianze sociali si sono di fatto esacerbate (per esempio sul posto di lavoro e per quanto riguarda l’accesso alla salute), il Covid pass crea le premesse per un ulteriore aggravarsi delle discriminazioni e dell’esclusione di chi non vorrà o non potrà avervi accesso, come le persone che non possono permettersi un tampone o di essere identificate ad ogni angolo, quelle senza documenti riconosciuti in Europa, o quelle obbligate a viaggiare clandestinamente. Per non parlare della distribuzione dei vaccini a livello globale dettata dalle leggi di un “libero” mercato che anche in una situazione di emergenza pandemica mantiene immutate le sue logiche colonialiste e classiste.

Inoltre, senza addentrarsi qui nel dibattito troppo riduttivo “sì-vax vs. no-vax”, il fatto di obbligare con pressioni o ricatti intere popolazioni ad usare dei “vaccini” i cui potenziali effetti collaterali sono sconosciuti e per cui le ditte farmaceutiche che li hanno prodotti legalmente non sono tenute a rendere conto a nessuno, dovrebbe perlomeno far sorgere qualche dubbio di carattere etico…

Tornare alla normalità?

L’obbligo del lasciapassare Covid ha molto più a che vedere con una gestione securitaria della società e con l’imperativo economico di non rallentare la macchina capitalista, che con delle reali e fondate considerazioni di tutela della salute pubblica.

Le autorità vogliono solo curare i sintomi invece che le cause della pandemia.

Le cause della diffusione di virus tra specie diverse e dell’insorgere di pandemie su scala globale come quella di coronavirus sono da cercare nel funzionamento stesso del sistema capitalista con speculazioni colossali in campo medico e gravi impatti sull’ambiente. Uno sviluppo economico che devasta e saccheggia territori e popolazioni alla ricerca di nuovi mercati e profitti sempre maggiori, deforestazione per fare spazio a monoculture, allevamenti intensivi e industrie che ogni giorno tolgono spazio vitale agli ecosistemi e alle specie che vi vivono.

Le premesse che hanno creato le condizioni per il salto di specie del virus SARS-covid19 e che potrebbero portare a nuove pandemie sono sotto gli occhi di tutt* e sono da cercare nel modello politico-economico attuale. Malgrado l’evidenza, da una parte ci si ostina a dare spiegazioni semplificate e false coinvolgendo vari complotti, e dall’altra a spacciare soluzioni a breve termine per tornare alla stessa normalità consumista che in principio ha creato le condizioni ottimali per l’insorgere del virus. Anche quando questa normalità da secoli significa colonialismo, patriarcato, guerre e saccheggio di risorse in nome del profitto dei paesi ricchi a Nord del mondo a danno di quelli poveri a Sud.

Per un cambiamento radicale è fondamentale fermarsi ad analizzare le complicate cause strutturali della pandemia ed approfondire le lotte.


Protesta! Ma contro cosa?


Come in altre parti della Svizzera, anche in Ticino diverse associazioni e gruppi sono scesi in strada per protestare contro le misure messe in atto dallo Stato. Molti di questi, pur dichiarandosi “apolitici”, fanno leva su temi che sono sempre stati cavalli di battaglia dell’estrema destra, come il patriottismo e le fantasie di complotto.

Alle domande più che legittime suscitate da una reale situazione di crisi e ad un rafforzamento delle tecnologie di controllo sociale senza precedenti, molte persone cercano risposte in una miriade di “teorie” complottiste che a guardarle più da vicino non fanno altro che rispolverare vecchi miti razzisti ed antisemiti come quello di “un nuovo ordine mondiale” che governerebbe il mondo. Non è un caso che a molte di queste manifestazioni partecipino anche neo-fascisti, neo-nazisti e cristiani integralisti più o meno camuffati che, tollerati dal resto dei manifestanti “apolitici”, cercano di reclutare nuovi adepti diffondendo le loro nauseabonde ideologie suprematiste, patriarcali, razziste ed antisemite.


In situazioni di scontento sociale i miti del complotto propongono cause e responsabilità fittizie, distogliendo la critica dal funzionamento reale e dalle contraddizioni del capitalismo. Queste false soluzioni quasi sempre incentrate su capri espiatori e fantasie contro i “potenti” (spesso ebrei) in realtà non fanno altro che giustificare il sistema vigente basato su tutt’altro genere di rapporti di forza che non vengono messi in discussione.

Inoltre una divisione della società tra buoni e cattivi protegge lo Stato e gli permette di zittire qualsiasi critica nei suoi confronti tacciando di complottismo e estremismo qualsiasi oppositor*.


Ci distanziamo sia da una palese strumentalizzazione della pandemia ai fini di un rafforzamento del controllo sociale che da campanacci, bandiere rossocrociate, neofascisti e fantasie del complotto pericolose e fuorvianti.

Per una critica radicale alle strutture del capitalismo fino alla loro distruzione.

Un sistema malato non produce cure!

Collettivo PPPIO

Ottobre 2021