1° Marzo: Presidio sotto il Cpr di via Corelli a Milano

Fonte: Punto di rottura – Contro i CPR

Milano si sveglia con una nuova prigione!

Come ogni luce ha la sua ombra, così lo scintillio delle metropoli ha il suo volto oscuro.
Il capitalismo è guerra dove si estraggono petrolio, oro, nichel e diamanti ed è siccità nei luoghi più torridi del mondo.
Per non vivere nel terrore e nella carestia molte persone si mettono in viaggio verso l’Europa. Spesso attraversano un deserto e il mare. Durante il viaggio non si contano i pestaggi, gli stupri, i rapimenti, le torture e le morti.
Le persone sopravvissute al viaggio, giunte in Europa vengono forzate all’identificazione e bloccate alle frontiere verso il nord. Alcune trovano la morte sui sentieri per il confine.
In Italia le persone migranti, ricattabili e senza documenti lavorano in nero, ai margini della legalità e senza tutele. Alcuni, si ribellano.

Lo stato teme le rivolte e premia la sottomissione. Promette i documenti a chi lavora a testa bassa e costringe al terrore tutti. Chi vive senza documenti teme e odia la retata, il fermo, il controllo sul treno e ogni divisa.
Il CPR, centro di permanenza per il rimpatrio è il cuore di questo dispositivo. I CPR servono a ricordare che in qualunque momento si può essere prelevati dal territorio, rinchiusi e deportati.
A Milano il 1 Marzo apre il CPR di via Corelli, dove un tempo c’era il Centro di Identificazione ed Espulsione. Il CIE di via Corelli è stato reso inutilizzabile dai detenuti che, organizzati, hanno dato fuoco alla struttura.
A partire da quando sono stati aperti, nel 1998 con il nome di CPT, le rivolte esplose all’interno non si sono mai fermate fino a rendere inagibili e a chiudere i CIE di Modena, Bologna, Brindisi, Gradisca, Crotone, Catanzaro e Trapani, altrove ne hanno ridotto i posti disponibili.
Dentro al CPR di via Corelli non mancheranno certo le rivolte e noi saremo con loro. Continueremo a lottare come in passato per la chiusura di questi campi d’internamento.

Domenica 1 Marzo, h 15, presidio sotto il CPR di via Corelli
Solidarietà ai reclusi perché i CPR brucino ancora.