Terrorismo? A Nantes e a Grenoble lo Stato francese attacca Indymedia. Comunicato di solidarietà.

Fonte: renverse.co

A Nantes e a Grenoble, la rete Indymedia censurata dalle autorità

I siti Indymedia Nantes e Indymedia Grenoble sono stati minacciati dalla polizia francese per aver pubblicato un comunicato che rivendicava l’incendio, avvenuto tra la notte del 20 e 21 settembre, di un garage della gendarmeria di Grenoble. I gruppi che amministrano questi siti hanno ricevuto delle mail dall’Ufficio Centrale della Lotta contro la Criminalità legata alla Tecnologia d’Informazione e Comunicazione (OCLCTIC) che esigevano la rimozione degli articoli in questione entro ventiquattr’ore, sotto la pena di blocco e di dereferenziazione dei siti.

Gli/le autori/-trici del comunicato spiegano che l’incendio del garage si colloca « nel contesto di un’ondata di attacchi di solidarietà alle persone sotto processo in questi giorni » per il caso dell’auto di polizia bruciata nella sede di Valmy1. Diverse decine di veicoli della gendarmeria sono stati distrutti in questo incendio. Ecco il testo del comunicato:

« Solidarietà incendiaria. Questo giovedì, tre del mattino, secondo giorno del processo dell’auto bruciata. Siamo entrati nella caserma della gendarmeria Vigny-Musset. Abbiamo incendiato sei furgoni da intervento e due camion di logistica. La superficie devastata del garage e del magazzino ammonta a più di 1500 metri quadrati. Questo atto si inserisce nel contesto di un’ondata di attacchi di solidarietà alle persone che oggi vanno a processo. Un forte abbraccio a Kara e Krem. Un pensiero a Damien, recentemente pestato dagli sbirri. Qualunque sia l’esito del processo, continueremo a prendercela con la polizia e con la giustizia. La nostra ostilità è un fuoco che si propaga. Dei notturni. »

Questo comunicato è stato comunque ripreso integralmente dai media, come le Dauphiné Libéré o 20minuti, senza che sembrassero apparentemente turbati…

« Provocazione a degli atti di terrorismo »

Come il gruppo di Indymedia Grenoble sottolinea in un comunicato, « questa richiesta (…) fa direttamente eco all’attacco avvenuto in Germania il 25 agosto scorso contro Indymedia Linksunten, attacco che si è concluso con la perquisizione di quattro abitazioni e un centro sociale autogestito, partendo da presupposti simili. In entrambi i casi, i governi ricorrono al concetto di «terrorismo» per censurare dei media liberi. La polizia francese, inoltre, si appoggia alla legge del 13 novembre 2014 che rafforza le disposizioni relative alla lotta contro il terrorismo2, e fa riferimento a una « provocazione a degli atti di terrorismo o apologia a tali ».

Siccome i concetti di terrorismo e provocazione non sono definiti, la legge francese permette dal febbraio 2015 di far scomparire dei siti o dei testi senza il ricorso a un giudice, ma su semplice richiesta dell’amministrazione di polizia. Da ciò che sappiamo, si tratta della prima volta in cui queste disposizioni vengono impugnate contro dei media alternativi che appartengono alla sfera anti-autoritaria. I due siti presi di mira dalle minacce delle autorità hanno deciso di ritirare il comunicato di rivendicazione incriminato. I collettivi di moderazione di ciascuno dei due siti si chiarificano in due testi distinti.

L’utilizzo di leggi anti-terroriste per attaccare in maniera specifica dei siti di informazione indipendente si ricollega alla violenza delle pene richieste contro le persone accusate nel caso dell’auto bruciata in sede Valmy. Si tratta sia di dissuadere i/le militanti che di depoliticizzare i fatti.

Da anni, i siti della rete Indymedia permettono di rendere visibile la natura politica delle azioni dirette. Questo nuovo attacco contro dei media liberi ha lo scopo di mettere a tacere le opposizioni politiche radicali e di criminalizzare i collettivi e gli individui che comunicano a proposito dei loro obbiettivi politici senza il filtro deturpato dei media tradizionali. Questo attacco sarebbe anche da contestualizzare a fianco delle perquisizioni che hanno coinvolto i/le militanti anti-nuclearisti di Bure. I loro computer, così come la fotocopiatrice che serviva loro per stampare i volantini, sono stati sequestrati dai gendarmi. Tutti i mezzi sembrano essere mobilitati per reprimere l’espressione autonoma dei movimenti di lotta.

Come dicevamo nel maggio 2015, in seguito a dei procedimenti giudiziari relativi al sito tolosano IAATA.info : « A fronte della repressione, l’informazione è un’arma ». Malgrado tutte le forme di censura che si dispiegano, continueremo ad animare e a moltiplicare gli spazi di espressione autonoma. Sostegno a Indy Nantes e Indy Grenoble. Solidarietà agli/alle accusatx di Valmy e a coloro che mettono i bastoni tra le ruote della macchina repressiva.

Leggere anche Après Indymedia Linksunten, Indymedia Grenoble et Nantes sont victimes de l’antiterrorisme su Indymedia Grenoble.

Leggere Entrepôt de gendarmerie en feu, que reste-t-il des libertés sur le Web ? su Indymedia Nantes.

Prime adesioni: Rebellyon, La rotative, Paris-Luttes, Expansive, Renversé.

1 A poposito di questo processo, leggere sur Paris-Luttes.info.