Articolo sulla ditta di trasporti coinvolta nella espulsioni a Como

Articolo sulla Rampini – fonte: yallahcomo

Sabato 1 ottobre dalle 15.00 presidio contro le deportazioni in Piazza Vittoria.

A partire dall’inizio della scorsa estate gli uomini e le donne in viaggio (in fuga, molto spesso) dall’Africa verso gli stati del nord Europa, si sono trovati davanti all’impossibiltà quasi totale di attraversare la frontiera svizzera. Ciò ha fatto in modo che un numero sempre più consistente di persone sia stato bloccato al confine tra Svizzera e Italia: dopo il deserto libico e il mar mediterraneo, semplicemente un limbo di dantesca memoria.

“Alleggerire la pressione al confine” sembra essere il motto, nonchè la linea d’azione, che gli stati interessati si sono dati nell’affrontare o, quantomeno, nel cercare di tamponare, il fenomeno migratorio: la risposta istituzionale è stata infatti quella di attuare un costante trasferimento di persone dalla dogana di Ponte Chiasso ai centri di smistamento del sud italia.

I migranti si sono quindi visti pedine di un crudele gioco dell’oca: nel migliore dei casi rimbalzati da Chiasso a Ponte Chiasso dalla polizia elvetica a quella nostrana, per poi confluire, il più delle volte, a cercare riparo sotto il portico della stazione di Como san Giovanni o nel, primaquasideltuttoignorato, ora celeberrimo, parco antistante; nel peggiore, deportati senza che venga nemmeno comunicata loro la meta, per paura di rivolte.

Ma come avvengono queste deportazioni? Grazie alla complicità di Rampinini srl, la principale agenzia di viaggio della provincia di Como.

La Ernesto Rampinini srl di Fino Mornasco si occupa di trasporti turistici e commerciali ed è stata l’unica azienda a presentare quella che, nel gergo specifico, viene chiamata “una manifestazione di interesse” per quanto riguarda l’affidamento del servizio di trasporto migranti, il tutto senza previa pubblicazione di un bando ufficiale da parte della prefettura di Como.

Lo scorso 25 agosto è stata notificata con un contratto formale quella che è una pratica che però viene messa in atto già dall’inizio dell’estate e che vede la Rampinini esecutrice del trasferimento coatto di migranti che, contro la loro volontà, separati da famigliari e compagni di viaggio e senza nessuna informazione sulla destinazione, vengono deportati verso Taranto.

La pratica della deportazione, al di là dell’immediato richiamo ad un passato recente da mai dimenticare,  è oggi tristemente attuale e necessita pertanto di una netta opposizione: oltre all’evidente danno causato dal riportare i migranti indietro migliaia di kilometri nel loro viaggio verso l’idea di una vita migliore, è causa di una serie di pesantissimi traumi a livello personale dovuti alla separazione di nuclei familiari, alla rottura di legami affettivi e all’interruzione di progetti di vita già avviati. Tutto ciò sfocia nella frustrazione dei singoli nonchè in un’esasperazione emotiva di massa.

I migranti, quindi, oltre a dover affrontare privazioni materiali e la costante difficoltà di riuscire a sopperire ai bisogni primari, vengono portati ad un punto di stremo psicologico tale da far loro abbandonare le speranze verso la tanto agognata Europa: sedicente culla di civiltà e ingannevole paladina dei diritti umani.
“Piuttosto che subire tutto questo era meglio annegare nel mare!”

Troppe le volte che uomini e donne sfiniti hanno ripetuto questa frase.
Secondo un articolo de La Stampa, inoltre, Rampinini Srl guadagna più o meno 5000€ a viaggio (dalle tasche dello Stato) collaborando alle deportazioni. Negli ultimi tre mesi sono state accertate almeno due deportazioni a settimana, numero che è andato crescendo “al bisogno” con l’aumento della “pressione sul confine” determinata anche dall’apertura del campo governativo di Como.

Quanto sta avvenendo è del tutto inaccettabile.

È necessario fermare subito le deportazioni e boicottare chi se ne rende complice.

Sabato 1 ottobre dalle 15.00 presidio contro le deportazioni in Piazza Vittoria.