Zurigo e Berna: visite alla fabbrica di armi Rheinmetall

Fonte: rrn.tracciabi.li

Oggi (mercoledì 4 aprile) hanno avuto luogo a Zurigo e a Berna delle azioni di fronte agli stabilimenti di produzione della Rheinmetall, azienda tedesca di armamenti. A Zurigo tre persone sono state arrestate per un breve periodo e altre sono state controllate. È stato distribuito il seguente volantino:

La Turchia bombarda, Rheinmetall profitta

Da quando il 20 gennaio scorso lo Stato turco ha iniziato la sua guerra di aggressione ad Afrin, vengono impiegati anche armamenti europei. L’azienda Rheinmetall gioca un ruolo importante a riguardo. La fornitrice a livello mondiale di piccole parti di armamenti produce per esempio componenti del Leopard-2-Panzer, il quale tra il 2006 e il 2011 è stato impazientemente acquistato dal governo turco. Il materiale del principale esportatore tedesco viene attualmente impiegato dall’esercito-NATO-turco nel suo attacco all’avanzato progetto in Rojava. Ora Rheinmetall, spinta dal governo turco, dovrebbe ammodernare circa 100 panzers. Non è quindi un caso che le azioni della Rheinmetall siano attualmente a un livello record. Il conto è semplice: Dove cadono le bombe e marciano gli eserciti, l’industria degli armamenti ne trae profitto!

Rheinmetall, Erdogan e i trucchi dell’industria delle armi

Rheinmetall sa che in Europa ci sono ancora leggi nell’ambito dell’esportazione che possono impedire determinati affari. Inoltre la pressione dell’opinione pubblica contro i mandati per l’ammodernamento dei panzer turchi aumenta sempre di più. Però che succede se le armi vengono improvvisamente prodotte all’estero ma il guadagno rimane nell’azienda? Dal 2016 la Rheinmetall prova proprio questo trucco in Turchia. Insieme ai produttori turchi di veicoli militari BMC e ad altri investitori è stata fondata un’impresa comune (joint venture) sotto il nome di Rheinmetall BMC Defense Industry (RBSS) con sede ad Ankara. Gli obbiettivi di questa sono noti: Nel dicembre 2015 Rheinmetall ha annunciato in un documento interno che intendeva costruire circa 1’000 carri armati in Turchia tramite RBSS. Questo al prezzo di circa sette miliardi di euro. Naturalmente non è così facile. Nonostante la dittatura, anche in Turchia vengono indetti dei concorsi per gli appalti pubblici. Ma anche in tal senso, la Rheinmetall ha preso dei provvedimenti. L’azienda partner turca BMC appartiene a Ethem Sancak, il quale a sua volta è un amico fedele di Erdogan. Nel 2017 il presidente turco è stato dichiarato per decreto a presidente dell’Ufficio per le gare d’appalto per la produzione di veicoli militari e ha quindi il potere decisionale per i contratti futuri. Anche se gli appalti non sono stati ancora aggiudicati, Rheinmetall è in pole position quando si tratta di armare l’esercito turco.

Rheinmetall, l’industria degli armamenti e la Svizzera

Ci sono ragioni storiche per cui Rheinmetall ha uno stabilimento di produzione ad Oerlikon (Zurigo). La Rheinmetall Air Defence AG, che produce sistemi di difesa aerea a Oerlikon, ha rilevato la Rheinmetall dall’ex Oerlikon-Bührle diversi anni fa. L’azienda si sentirebbe impegnata nella tradizione antiaerea di Oerlikon, annunciò la stessa dopo il cambio di nome. Oggi, insieme a Ruag, Mowag e Pilatus, Rheinmetall è una delle più importanti aziende di difesa della Svizzera. La loro dimensione è meno essenziale della loro rete. Rheinmetall assume un ruolo di importanza strategica per l’industria svizzera degli armamenti. Grazie al suo coinvolgimento internazionale, offre ai produttori locali un migliore accesso ai programmi europei in materia di armamenti.

Solidarietà vuol dire resistenza – Fuori al 1° Maggio

Anche se i prodotti bellici fabbricati in Svizzera non possono giocare il ruolo centrale per l’esercito turco, negli ultimi anni le imprese del settore hanno tratto grandi vantaggi dagli affari con lo Stato turco. Tra il 2005 e il 2015 l’industria bellica svizzera ha guadagnato 28,6 milioni di franchi grazie agli ordini dalla Turchia. Considerando che la Svizzera è uno dei maggiori produttori di armi al mondo pro capite, non è una quantità trascurabile. La nostra resistenza è ancor’ più necessaria qui. Portiamo per le strade al 1° Maggio la nostra rabbia per le macchinazione dell’industria bellica e la guerra di aggressione ad Afrin. Solidarizziamoci con il progetto in Rojava, il quale da anni cerca di costruire una società democratica equa dal punto di vista di genere, ecologico e di democrazia di base, che è stato ripetutamente attaccato proprio per questi motivi. Lottiamo insieme per un mondo nel quale il profitto non gioca alcun ruolo. Non concediamo alla guerra un entroterra tranquillo.

7 aprile: Manif. Difendere Afrin! Nessun entroterra tranquillo alla guerra! 16:00 Bahnhofplatz a Berna.
20.-22 Aprile: Fine settimana politico con ospiti internazionali. Kanzleiareal Zurigo.
1° Maggio: Blocco rivoluzionario. 09:30 Helvetiaplatz Zürich.
1° Maggio: Ritrovo rivoluzionario. 13:00 Helvetiaplatz Zürich.

fonte: rrn.tracciabi.li