No al centro federale a Grand-Saconnex né altrove

Fonte: renverse.co

Traduzione di un volantino distribuito sabato 3 marzo nelle bucalettere di Grand-Saconnex (Canton Ginevra).

Al Grand-Saconnex, incollato alla pista di atterraggio dell’aeroporto di Ginevra, si trova attualmente il foyer per rifugiati/e, famiglie e persone sole, dei Tilleuls. Quest’ultimo dovrebbe essere distrutto nei prossimi mesi, in vista della costruzione di un grosso complesso che comprende un Centro Federale di rimpatrio per richiedenti l’asilo di 250 posti, una prigione di detenzione amministrativa di 50 posti, oltre che un servizio di polizia e di dogana.

Dietro all’ “accellerazione delle procedure” della nuova politica di asilo svizzera (che dovrebbe essere messa in atto dal primo gennaio 2019), si nasconde in realtà la volontà di criminalizzare, incarcerare, far tacere, per infine rimpatriare delle persone il cui unico delitto è di essere fuggite dalle guerre e dalla povertà.

Questo centro federale di rimpatrio è il simbolo stesso di una politica razzista di non-ospitalità che si inasprisce sempre di più, mostrando bene l’ingiustizia e la violenza del sistema di asilo svizzero.

Centro federale: un’accoglienza carceraria

Il centro federale è concepito come un gigantesco centro di rinvio: una sola entrata, delle celle di isolamento e un accesso diretto alla pista di atterraggio. La collocazione scelta dalle autorità parla chiaro.

Ginevra diventerà il centro delle espulsioni in Svizzera romanda, perpetuando così delle pratiche disumane già criticate dalla Commissione federale contro il razzismo.

In effetti, come meglio “accogliere” delle persone richiedenti l’asilo la cui richiesta è stata rifiutata, ossia in un universo carcerario? Una disciplina infantilizzante e arbitraria: obbligo di annunciarsi all’entrata e all’uscita, perquisizioni, punizioni, presa di impronte digitali, divieto di conservare degli alimenti e di cucinare. Un ‘ “aiuto” d’emergenza che serve solo a mantenere le persone richiedenti l’asilo a disposizione della polizia in vista del loro rinvio. E come per i/le detenuti/e, dei lavori di pubblica utilità pagati 3.75 all’ora.

Tutto è previsto affinché le persone richiedenti l’asilo non si mischino al resto della popolazione. Degli orari restrittivi (dalle 9.00 alle 17.00 in settimana) impediscono il lavoro e la vita sociale all’esterno. Infine, i/le bambini/e vengono scolarizzati/e all’interno del centro, isolandoli/e dagli/dalle altri/e bambini/e e privandoli/ e di una vita normale.

Detenzione amministrativa: silenzio, si rinchiude, si espelle

La detenzione amministrativa permette alle autorità di rinchiudere fino a 18 mesi le persone straniere per il solo motivo di non avere i documenti giusti. Nessun bisogno di aver commesso un delitto per ritrovarsi dietro le sbarre.

A Ginevra, oggi esistono tre prigioni dedicate a questa pratica: La Favra, Frambois e il Servizio asilo e rimpatrio all’aeroporto (SARA). Nei prossimi anni, queste prigioni amministrative dovrebbero essere sostituite dalla Brenaz (168 posti) e dalla prigione confinante con il Centro Federale del Grand-Saconnex (50 posti).

Mentre a Ginevra questa pratica 20 anni fa non esisteva quasi, il cantone benpresto avrà a disposizione oltre 218 posti di detenzione per persone migranti. Un aumento esponenziale, sintomo di una politica migratoria razzista sempre più violenta e sfacciata.

Un progetto simbolo di una politica razzista

Questa politica di esclusione violenta, che prende di mira chiaramente le persone originarie dei paesi extra-europei, può solo essere definita come una politica razzista. Le autorità federali, il canton Ginevra e il comune del Grand-Saconnex, prendendo parte a questa infamia, non lasciano altra possibilità alla popolazione che di organizzarsi per far fronte e resistere con le persone colpite da questo progetto.

Lessico

“Persona richiedente l’asilo la cui domanda d’asilo è stata rifiutata”: che ha ricevuto una decisione negativa o di non entrata in materia. Queste persone vengono considerate “illegali” sul territorio elvetico dalle autorità e dalle leggi razziste svizzere. Nessuno/a dovrebbe essere illegale.

“Detenzione amministrativa”: carerazione di una persona mentre le autorità 1) verificano la sua identità 2) organizzano la sua espulsione dal territorio svizzero. La persona detenuta in questo modo viene considerata come un soggetto criminale e trattata di conseguenza.

Cosa fare?

Non sostenere le politiche razziste dello Stato vuol dire:

– informarsi sul sito asile.ch e renverse.co

– essere solidali e sostenere le persone in esilio con iniziative ed azioni.

– parlarne con la gente e sostenere le azioni di Perce-Frontières. Spedite la vostra email a perce-frontières@noborders.ch per essere aggiornati/e sulle prossime iniziative.

NO PRISONS FOR MIGRANTS

 

Fonte: https://renverse.co/Pas-de-centre-federal-au-Grand-Saconnex-ni-ailleurs-1413