Nuova pubblicazione: Paroles en Exil

Dalla svizzera francese il primo numero di Paroles en Exil, una nuova pubblicazione che riporta testimonianze delle esperienze di persone migranti che si trovano in Svizzera.

Traduzione italiana disponibile quì.

Dall’introduzione:

A proposito

A inizio 2015, a Ginevra, dei/delle richiedenti l’asilo hanno creato il
collettivo Stop Bunkers per denunciare il loro alloggio in rifugi
sotterranei, aperti dalle autorità svizzere. Il pretesto per l’apertura dei
bunker era un afflusso senza precedenti di richiedenti l’asilo, al fine di
imporre delle condizioni di vita indegne alle persone in esilio,
situazione che continua ancora oggi. Il collettivo Sans Retour lotta da
due anni al loro fianco e ha partecipato alla costruzione di un potente
movimento di contestazione della politica migratoria in materia di
asilo. Al contrario, lo Stato lascia volontariamente marcire i luoghi di
accoglienza e impone le peggiori condizioni di esistenza possibili alle
persone in esilio. Quella che a sproposito viene chiamata «politica
d’asilo» in realtà è un sistema pensato ed organizzato per dissuadere le
persone rifugiate a venire in Svizzera isolandole, precarizzandole e
rinchiudendole.

Questa politica insopportabile non è un corto circuito del sistema. È un
esempio di una forma di gestione delle persone più sfruttate, di una
governance dei/delle poverx. Ci organizziamo per lottare contro la
violenza e il disprezzo della classe politica e di quelli e quelle che serve.
Crediamo nella resistenza collettiva di fronte ad un governo delle
nostre vite da parte dello Stato e dell’economia capitalista.
Una delle forme di questa resistenza passa dalla raccolta e la
pubblicazione di testimonianze e di parole di esiliatx. Una parola dal
basso, quasi necessariamente dissidente, e che non viene mai, o molto
poco, concessa a quelle e quelli che sono meglio situatx per raccontare
la loro vita e descrivere i meccanismi di oppressione in atto. La
collezione Paroles en exil risponde alla necessità di diffondere questi
discorsi, racconti di percorsi di vita o prese di posizione.

Questo numero riporta le parole di un esiliato che ha lasciato l’est della
Nigeria per la Svizzera. Rivolge lo sguardo sullo sfruttamento dellerisorse ele connivenze tra gli stati coloniali e i dirigenti della Nigeria, che per interesse mantengono vivi i conflitti e la povertà in quei luoghi.

Sono state raccolte in vista della manifestazione contro il Summit
mondiale sulle materie prima (Financial Times Commodities Global
Summit) che si svolge per la sesta volta a Losanna e che raccoglie le
grandi compagnie del commercio, le banche e gli investitori. La
Svizzera organizza questo summit in quanto complice e responsabile
del saccheggio delle risorse e dell’esilio forzato delle persone che
arrivano alle frontiere europee. In effetti, una grossa parte delle
transazioni sulle materie prime (petrolio, cereali, caffé, ecc) si svolge
sul territorio elvetico, che tra l’altro serve anche da rifugio per i
patrimoni di molti dirigenti africani. La Svizzera accoglie a braccia
aperte questi sfruttatori responsabili dell’esilio delle popolazioni del
Sud verso il Nord e riserva un’accoglienza ignobile a queste ultime,
prima di cercare di sbarazzarsene con ogni mezzo.

Il collettivo Sans Retour,
Ginevra, marzo 2017.

Fonte: https://renverse.co/Premier-numero-de-Paroles-en-exil-1027